Il tempo della festa

Il totemismo indica dunque un insieme di credenze e pratiche rituali che ruotano intorno alla relazione tra una specie (animale o vegetale) o un fenomeno naturale e un gruppo sociale: ogni clan porta il nome della specie o fenomeno (totem) a cui è associato. Molti antropologi, fra cui Frazer, Radcliffe-Brown e Lévi-Strauss, si sono a lungo confrontati sulle origini e il senso di questa credenza religiosa. Una interpretazione molto influente del totemismo è quella del sociologo mile Durkheim (1858-1917). Egli studiò il totemismo degli aborigeni australiani, considerato la forma elementare e originaria di religione, allo scopo di analizzarne il ruolo fondamentale nella vita sociale. La società aborigena è suddivisa in clan, ciascuno dei quali ha un proprio totem (animale, pianta o elemento naturale) che lo rappresenta. Secondo Durkheim, attraverso i riti collettivi rivolti al totem gli aborigeni australiani esprimono l identità collettiva del clan e percepiscono l esistenza di un entità collettiva che sovrasta il singolo: la società. Venerando il totem, dunque, gli individui in realtà innalzano un culto alla propria società: «Il dio del clan, il principio totemico, non può essere dunque che il clan medesimo, ma presentato all immaginazione sotto la forma sensibile del vegetale o dell animale che serve da totem . Per Durkheim la religione assolve così a una funzione analoga e ha una natura simile ovunque: attraverso i riti essa assicura la devozione alla società e alle sue norme e rafforza in tal modo la coesione sociale. 2.6 IL TEMPO DELLA FESTA | Sebbene spesso caratterizzata dalla celebra- zione di riti, la festa non può essere identificata con i riti che vi si svolgono. Si potrebbe dire che la festa stessa è una forma di rito anche indipendentemente dalla ritualità che si attua durante la sua celebrazione. Una delle caratteristiche fondamentali della festa è dunque la sua correlatività con il tempo comune: festa è un giorno che non è comune (detto appunto feriale ), giorno comune è quello che non è festivo . Il distinguersi della festa dal resto del tempo si realizza in varie forme: durante le feste vigono norme di comportamento differenti da quelle abituali: ciò che è normale o anche obbligatorio nei giorni comuni, per esempio il lavoro, può essere proibito nelle feste; durante le feste ci si veste, si mangia (o si digiuna) diversamente che nei giorni comuni; certi tabu, vigenti sempre, possono essere sospesi proprio per le feste. Da un punto di vista antropologico questa diversità del comportamento festivo ha la funzione di separare la festa dalla continuità temporale. La festa è perciò fuori del tempo : mentre nel tempo profano ogni giorno è diverso dall altro, una festa è concepita come sempre uguale a se stessa, nel suo ripetersi secondo tratti costitutivi. Pensiamo per esempio alla festa di compleanno, in cui compaiono sempre la torta, le candeline, la canzone di auguri e i regali. | L esperienza del credere | 77

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Antropologia e Sociologia - Quinto anno del liceo delle Scienze umane