Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3

Fino agli anni Venti del Novecento i capi shahsevan avevano sviluppato, sulla base di Mar Caspio Tabriz un preesistente sistema segmentario, una forma di potere autocratico che consentiva Teheran Veramin loro di controllare sia i pastori nomadi sia Iraq i pastori sedentari e di costruire dei centri Afghanistan Iran di potere autonomi dagli organismi politici centralizzati della regione. Dagli anni Venti Kuwait in poi questo sistema è andato scomparendo, Go da quando il sovrano persiano ha deciso di lfo Pe Arabia Saudita rsi imporre la propria autorità agli Shahsevan co Pakistan bloccando il potere dei capi tribali. Golfo di Oman Un secondo esempio estremamente inteTerritorio degli ressante, nel quale il potere è parallelamente esercitato e rappresentato me6KDKVHYDQ diante una forma di performance ironica, è il caso del rituale detto be di murua degli Agni della Costa d Avorio (Africa occidentale), praticato fino potere autocratico alla prima metà del Novecento, e di cui rimane famoso lo studio, della fine potere dispotico degli anni Sessanta, della storica dell Africa e antropologa francese Claudee assolutistico, tipico di una Hélène Perrot (1928-2019). forma di governo Il rito chiamato be di murua era celebrato in occasione della morte del (autocrazia) in sovrano agni, ed era una sorta di messa in scena rovesciata del rapporto cui un singolo individuo detenie dominatore/dominato mediante l assunzione degli attributi regali da parte un potere degli aburua, ossia i figli degli schiavi che da più tempo prestavano servizio illimitato, spesso in virtù di un a corte. In altre parole, presso la popolazione agni, alla morte del sovrano un diritto divino. finto re ne assumeva le insegne e parodisticamente ne recitava la parte sino alla proclamazione del vero successore. Il finto re godeva di tutte le prerogative che sono tipiche del sovrano: si vestiva con i suoi abiti e i suoi ornamenti, sedeva sul trono, si circondava dei portatori delle insegne del potere regale ed era a lui dovuto l identico rispetto che si tributava al vero re. Costui doveva rispettare anche le medesime proibizioni: non poteva spostarsi se non accompagnato, non poteva violare i divieti alimentari e così via. Va detto che non solo lo schiavo che impersonava il re recitava, anche tutta la sua famiglia prendeva parte al rito. Liberi e schiavi, nobili veri e falsi, erano tutti ben consapevoli dell inversione dei ruoli, che restava esclusivamente un fatto simbolico. Gli affari di corte, dall amministrazione del regno alla guerra, non erano però di competenza dell aburua-henne (il finto schiavo-re): questi aspetti erano nelle mani della burocrazia ordinaria. Il tesoro veniva amministrato dai nobili di corte e dai dignitari e l amministrazione era complessivamente gestita da una sorta di re ad interim, il quale era quasi sempre l erede designato o probabile. Al termine dell interregno, il falso re e la sua famiglia venivano di norma messi a morte. Se l aburua aveva recitato bene la parte assegnatagli, la sua vita poteva anche essere risparmiata ed egli poteva riprendere il suo posto fra gli schiavi di corte. Azerbaijan Turkmenistan 32 | unità 1 |

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Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Antropologia e Sociologia - Quinto anno del liceo delle Scienze umane