L’UNITÀ IN BREVE

L’unità in breve

LE RELAZIONI DI POTERE

1. Il potere

Michel Foucault ha evidenziato il carattere pervasivo del potere, che si trova nelle relazioni tra individui e tra gruppi, nei discorsi, nelle azioni, nella conoscenza, nell’educazione, e agisce mediante i modelli culturali che introiettiamo. In Occidente esso si identifica con istituzioni quali lo Stato, la scuola, il tribunale, il manicomio, l’esercito.

L’esercizio del potere è connesso alla gestione delle risorse, materiali e simboliche. Produzione, distribuzione e circolazione delle risorse materiali sono temi cardine dell’antropologia economica. L’economista Karl Polanyi ha messo in risalto la dimensione sociale dell’economia studiando le opere di Malinowski, Boas e Mauss su forme di scambio in contesti non occidentali.

2. Le relazioni economiche

Ai modelli di sussistenza si legano specifici modelli di consumo e di scambio. Il consumo implica un’entrata (la fruizione di un bene) e un’uscita (ciò che serve per acquisirlo). I modelli di consumo si possono distinguere in: minimalismo e consumismo. La globalizzazione sta diffondendo in tutto il mondo un modello iperconsumistico. I modelli di scambio si dividono in equilibrati, in cui c’è un bilanciamento immediato o successivo tra le parti, come nel sistema del dono studiato da Mauss, e non equilibrati, in cui una delle parti ne ricava profitto, come il debito, lo scambio di mercato e lo sfruttamento.

3. Il potere e le classi sociali

Il processo produttivo è un fenomeno sociale e in quanto tale varia storicamente e culturalmente. Marx ha mostrato come gli oggetti fabbricati incorporino le relazioni sociali sottese alla loro produzione, risultante dalla combinazione tra i mezzi di produzione (materie prime, saperi e tecnologie), la manodopera (l’energia umana impiegata) e i rapporti che intercorrono tra loro.

L’accesso alla produzione e alla fruizione di beni varia in base alla classe sociale, affermatasi con la Rivoluzione industriale, che ha sancito la vittoria della borghesia sull’aristocrazia e la nascita del proletariato urbano. Le disuguaglianze tra le classi sono il frutto sia di un diseguale accesso alle risorse, sia della coscienza e cultura di ciascuna classe.

Riprendendo Gramsci, Cirese ha parlato di dislivelli interni di cultura, intendendo però il rapporto tra culture egemoniche e culture subalterne non in termini dicotomici, ma come un rapporto di interdipendenza.

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4. Le forme di organizzazione politica

Gli antropologi suddividono i sistemi politici presenti nelle diverse culture (oggi tutti in vario grado incorporati in strutture statali) in cinque tipologie generali: la banda, tipica del modello di sussistenza di caccia-raccolta e contraddistinta da affiliazione flessibile e dall’assenza di una leadership formale; la tribù, propria di pastorizia e orticoltura, formata da diversi lignaggi riuniti attorno a un capo comune; il “Big Man”, sistema caratteristico della Melanesia con al vertice un individuo autorevole che si è assicurato il consenso politico tramite il prestigio e la redistribuzione di beni tra i membri; il chiefdom, che riunisce più tribù e villaggi sotto un unico capo; e lo Stato, entità politica centralizzata organizzata attorno a leader con potere esecutivo e dotata di un sistema burocratico.

I colori dell’Antropologia
I colori dell’Antropologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane