T3 - Il buon Dio appeso alla forca (Elie Wiesel)

Raccontare la Shoah L obiettività dei testimoni Con Se questo è un uomo Primo Levi intende rendere partecipe chi legge delle atrocità subite in prima persona. Per farlo adotta un approccio cronachistico, scevro di ogni retorica e moralismo, e per questo ancora più efficace nella denuncia dell orrore. Si tratta di un opzione stilistica che si basa su motivazioni precise, spiegate dallo stesso autore in un appendice scritta nel 1976 per un edizione del libro destinata alle scuole: «Come mia indole personale, non sono facile all odio. Lo ritengo un sentimento rozzo e animalesco, e preferisco che invece le mie azioni e i miei pensieri, nel limite del possibile, nascano dalla ragione. [ ] Per questo motivo, nello scrivere questo libro, ho assunto deliberatamente il linguaggio pacato e sobrio del testimone, non quello lamentevole della vittima né quello irato del vendicatore: pensavo che la mia parola sarebbe stata tanto più credibile ed utile quanto più apparisse obiettiva e quanto meno suonasse appassionata; solo così il testimone in giudizio adempie alla sua funzione, che è quella di preparare il terreno al giudice. I giudici siete voi . Ma la sobrietà e l asciuttezza non sono peculiarità solo della scrittura di Primo Levi. Anche altre testimonianze della Shoah vengono rese con semplicità, con una calma dimessa che può apparire, dall esterno, impassibilità. come se la materia che si sta per descrivere potesse sfidare l incredulità del lettore solo attraverso una lucida essenzialità, senza concessioni all emotività e alla retorica, senza soprattutto tradire lo sconvolgimento che avviene nell animo di chi ha visto e ora scrive. Dio è morto? La notte di Elie Wiesel Tali caratteristiche possono essere colte anche nel brano seguente, tratto da La notte, un racconto in francese dello scrittore statunitense di lingua francese, ma nato in Romania, Elie Wiesel (1928-2016), sopravvissuto a quattro anni trascorsi in altrettanti lager nazisti. Con uno stile laconico che rasenta l impersonalità vi si descrivono due condanne a morte nel campo di Buna (uno dei campi del complesso di Auschwitz): quella di un giovane polacco, che sembra inizialmente non suscitare contraccolpi negli altri detenuti, ormai rassegnati alla morte e quasi privati di umano sentimento, e quella di un ragazzino. Di fronte al patibolo, riaffiora però lo strazio a lungo nascosto nel silenzio: i compagni non possono trattenere più le lacrime e, vittime di un male che ha corroso l idea stessa di umanità e di civiltà, si chiedono dove sia Dio, se si può ancora credere in lui, se dopo Auschwitz la fede sia ancora ammissibile. Il buon Dio appeso alla forca T3 Elie Wiesel 5 10 Ormai non mi interessavo ad altro che alla mia scodella quotidiana di zuppa, al mio pezzo di pane raffermo. Il pane, la zuppa: tutta la mia vita. Ero un corpo. Forse ancora meno: uno stomaco affamato. Soltanto lo stomaco sentiva il tempo passare. Una settimana dopo, rientrando dal lavoro, vedemmo in mezzo al campo, sul posto dell appello, una forca dipinta di nero. Apprendemmo che la zuppa sarebbe stata distribuita soltanto dopo l appello. Questo durò più a lungo del solito. Gli ordini vennero dati in un modo più secco degli altri giorni e l aria aveva strane risonanze. «Scopritevi! , urlò improvvisamente il capo del campo. Diecimila berretti si alzarono contemporaneamente. «Copritevi! . Diecimila berretti ricaddero sui crani con la rapidità del lampo. 991

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi