T1 - «Fuori della penna non c’è salvezza» (Saggi e pagine

Il primo Novecento gonista del romanzo La coscienza di Zeno, scrive la propria autobiografia su indicazione dello psicanalista, tra una nota contabile e l altra. Si potrebbe pensare che quest attività determini una condizione di superiorità, se non sociale, almeno culturale e intellettuale. Ma non è così, anzi, per Svevo è esattamente il contrario: la scrittura è posta sempre in relazione con uno stato di inferiorità, di disorientamento, di impotenza. Chi scrive lo fa perché è malato, ma almeno ha il vantaggio di essere cosciente della propria situazione. «Fuori della penna non c è salvezza T1 Saggi e pagine sparse In questo brano di diario, datato 2 ottobre 1899, Svevo riflette sulla funzione conoscitiva della scrittura. La vita come materia quotidiana per la scrittura 5 10 15 20 Io credo, sinceramente credo, che non c è miglior via per arrivare a scrivere sul serio che di scribacchiare1 giornalmente. Si deve tentar di portare a galla dall imo2 del proprio essere, ogni giorno un suono, un accento, un residuo fossile o vegetale di qualche cosa che sia o non sia il puro pensiero, che sia o non sia sentimento, ma bizzarria, rimpianto, un dolore, qualche cosa di sincero, anatomizzato, e tutto e non di più.3 Altrimenti, facilmente si cade, il giorno in cui si crede d esser autorizzati di prender la penna in luoghi comuni o si travia4 quel luogo proprio che non fu a sufficienza disaminato. Insomma fuori della penna non c è salvezza. Chi crede di poter fare il romanzo facendone la mezza pagina al giorno e null altro, s inganna a partito.5 Ma d altronde questa paginetta scritta sotto l impressione di un dato momento, del colore del cielo, del suono della voce di un proprio simile, non diverrà mai altro di quello ch è; la pagina più sincera ma di un impressione troppo immediata e violenta. Non bisogna pensare di rappezzare6 con tali pagine qualche cosa di maggiore. Napoleone usava notare quanto non voleva più dimenticare su un foglietto di carta che poi stracciava. Stracciate anche voi le vostre carte oh! formiche letterarie. Fate in modo che il vostro pensiero riposi sul segno grafico col quale una volta fissaste un concetto, e vi lavori intorno alterandone a piacere parte o tutto, ma non permettete che questo primo immaturo guizzo di pensiero si fissi subito e incateni ogni suo futuro svolgimento. Jean-Auguste-Dominique Ingres, Ritratto di Napoleone Bonaparte, primo console, 1804. Liegi, Musée des Beaux-Arts. 1 scribacchiare: scrivere senza prestare attenzione alla cura formale. 2 dall imo: dal profondo. 3 anatomizzato più: «scrutato a fondo 510 (anatomizzato) nella sua interezza e integrità, ma limitatamente a esso, non inserito in una costruzione più complessa (Pazzaglia). 4 si travia: si esce fuori da. 5 a partito: interamente, del tutto. 6 rappezzare: riassestare alla meglio.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi