3 - I grandi temi

Italo Svevo 3 I grandi temi La concezione della letteratura La necessità del vizio Come abbiamo visto, dopo il silenzio che accompagna i primi due romanzi Svevo si ripromette di rinunciare alla scrittura. Il proposito viene enunciato molto spesso; eppure egli non riesce mai ad abbandonare del tutto quell attività, sia pure relegandola tra le segrete occupazioni e considerandola come un vizio che distrae dalle incombenze pratiche. La clandestinità in cui Svevo relega la scrittura è un modo per non esporsi all ostilità del proprio mondo familiare e sociale, secondo il quale la letteratura è un passatempo improduttivo adatto a persone inconcludenti senza voglia di lavorare. La scrittura come trasgressione alla norma D altra parte, la vocazione alla scrittura costituisce per Svevo un infrazione della propria identità sociale di uomo di successo ben inserito nell ambiente borghese. Il profitto, l attività commerciale, la morale perbenista: tutti i miti di questo mondo vengono minacciati dall atto, gratuito e autoreferenziale, di scrivere. Quanto più si è integrati, tanto più la letteratura può assumere una valenza dirompente e rivoluzionaria, in quanto strumento capace di mettere a nudo l uomo. La rivolta contro i padri Scrivere è dunque una trasgressione verso il mondo dei padri e l educazione che ne deriva. Svevo, sia pure senza apparenti ribellioni, attua un implicito rifiuto del padre ( p. 545), quel padre che lo vorrebbe bravo commerciante: come accade a Luigi Pirandello, a Franz Kafka, a Thomas Mann, la scelta della scrittura è una sorta di rifiuto dell autoritario sistema dei valori rappresentato dalla figura paterna. L etica borghese vista dall interno Al tempo stesso, se la letteratura va praticata con riserbo, ne consegue che essa potrà sottrarsi ai generi e alle poetiche prestabilite, liberandosi tanto dalle mode quanto dai vincoli istituzionali, poiché è un esigenza esistenziale, non un mestiere da praticare. Con assoluta libertà Svevo può quindi affondare lo sguardo nel suo mondo, nei risvolti della quotidianità borghese e nei meandri di una mentalità mercantile che egli conosce benissimo perché è la sua. Il rapporto letteratura-vita Accade così che vita e letteratura si incontrano, fondendosi sulla pagina. Ne scaturisce un analisi tanto più spietata quanto più diventa autoanalisi che prende per oggetto le stravaganze, i tic, gli impulsi irrazionali dell autore stesso. In questo senso, si può ben capire che tra l uomo d affari Ettore Schmitz, paranoico e nevrotico, e lo scrittore Italo Svevo, corrosivo e inesorabile, non c è conflitto. La penna come medicina La scrittura è chiamata pertanto a svolgere un azione chiarificatrice: l esistenza può essere svelata solo se fissata sulla pagina scritta, tanto più se ad adempiere questo scopo vi è un intellettuale inetto , estraneo ai trucchi e alle finzioni dei letterati di mestiere e sensibile alle assurdità e alle incoerenze della vita. Come una forma di terapia, la penna, fuori della quale «non c è salvezza , diviene così uno strumento di igiene interiore e di conoscenza di sé. Attraverso essa, ciascuno potrà capire meglio sé stesso: il presente infatti non è conoscibile, perché manchiamo della distanza necessaria per scorgerne i dettagli, interpretarne le situazioni, intuirne la logica e le relazioni. Scrittura e malattia Non appare quindi casuale che tutti i personaggi sveviani siano scrittori: Alfonso Nitti scrive poesie, oltre alle lettere private e alla corrispondenza commerciale; Emilio Brentani è autore di romanzi, non solo di polizze d assicurazione; Zeno Cosini, il prota- 509

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi