T4 - Il manifesto del superuomo (Le vergini delle rocce)

Il secondo Ottocento In tal modo il pensiero di Nietzsche da critico diventa, nella lettura di d Annunzio, pratico , ossia una sorta di morale dell azione, che non comporta la distruzione di tutti i valori borghesi ma diventa una sorta di facile ideologia fatta di bei gesti, azioni eroiche, proclami e pulsioni antidemocratiche. Una teoria al servizio della politica Ecco perché, a differenza del superuomo nietzschiano, quello dannunziano si impegna anche nella battaglia politica: è il caso soprattutto di Claudio Cantelmo, il protagonista delle Vergini delle rocce, il quale non si limita al culto del bello e dell arte (come faceva Andrea Sperelli nel Piacere), ma aspira a combattere la corruzione, la volgarità delle masse e la degenerazione del sistema parlamentare. Il superuomo in azione L esempio offerto da Cantelmo viene messo in pratica dallo stesso d Annunzio, secondo il quale la volontà di potenza va estesa alla dimensione politica, in una tensione continua a superare i vincoli imposti dalla moderna società imborghesita. Come dimostrano le sue imprese, il sistema di idee di d Annunzio è al di sopra di schemi, etichette e partiti: più che rispondere a un criterio oggettivo e a una coerente logica progettuale, esso risulta del tutto soggettivo e si risolve ancora una volta in un autocelebrazione. Non a caso il poeta è sempre alla ricerca di un affermazione personale, di un palcoscenico da cui indicare alla collettività, con il piglio del capo carismatico, mete, ambizioni e battaglie. Un tentativo che riesce certamente al d Annunzio intellettuale, non altrettanto a quello politico: l isolamento nella casa-mausoleo-tomba del Vittoriale, esprime, in fondo, proprio il suo fallimento quale uomo d azione, costretto a vivere in solitudine e ad accettare dal regime una venerata ma mesta imbalsamazione . Il manifesto del superuomo T4 Le vergini delle rocce Il protagonista del romanzo, Claudio Cantelmo, esprime il proprio disgusto per la decaden za italiana, auspicando che presto un aristocrazia di poeti e uomini superiori sovverta le regole della democrazia e i princìpi della società borghese, instaurando un regno consa crato alla bellezza e all arte. Un individuo superiore in polemica con la degradazione del presente 5 Chiedevano intanto i poeti, scoraggiati e smarriti, dopo aver esausta la dovizia1 delle rime nell evocare imagini d altri tempi, nel piangere le loro illusioni morte e nel numerare i colori delle foglie caduche; chiedevano, alcuni con ironia, altri pur senza: «Qual può essere oggi il nostro officio?2 Dobbiamo noi esaltare in senarii doppii il suffragio universale? Dobbiamo noi affrettar con l ansia dei decasillabi3 la caduta dei re, l avvento delle repubbliche, l accesso delle plebi al potere? Non è in Roma, come già fu in Atene, un qualche demagogo Cleofonte fabbricante di lire?4 Noi potremmo, per modesta mercede, con i suoi stessi strumenti accordati da lui, persuadere gli increduli che nel gregge è la forza, il diritto, il pensiero, la saggezza, la luce . 1 esausta la dovizia: esaurita la ricchezza. 2 officio: compito. 3 senarii decasillabi: sono i metri usa ti per lo più dalla poesia risorgimentale e di contenuto civile. Ironicamente, d Annunzio sbeffeggia i poeti che cantano in versi ar 378 gomenti che egli giudica volgari e prosaici, quali quelli della politica democratica. 4 Cleofonte lire: l ateniese Cleofonte fu un demagogo della seconda metà del V secolo a.C. che venne definito in senso spregiativo produttore di arpe dall ora tore Andocide. Si chiedono dunque con ironia i poeti se non ci sia a Roma un fabbricante di lire, cioè un poeta o un politico disposto a esaltare il popolo per ottener ne il consenso.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi