L’irrazionalismo di fine secolo

Il secondo Ottocento L irrazionalismo di fine secolo La crisi del Positivismo Tradizionalmente si tende a distinguere, come due momenti separati nel tempo, la fase in cui la concezione positivistica trionfa da quella, successiva, nella quale entra in crisi. Tuttavia anche in precedenza, subito dopo la metà dell Ottocento, sia sul versante letterario sia su quello filosofico, non mancano espressioni irrazionalistiche, diffusi sentimenti di disorientamento, atteggiamenti di insoddisfazione o aperta ribellione, che fanno da contraltare alle aspettative incoraggiate dal progresso della scienza e della tecnica. Una nuova sensibilità: il Decadentismo Più che di un inversione di tendenza dobbiamo dunque parlare di una difficile coesistenza tra antitetici approcci alla modernità: in opposizione all ottimistico Positivismo, si sviluppano inquiete componenti emotive e dottrine pessimistiche, che non nutrono più alcuna certezza e mettono in discussione l idea che la realtà sia conoscibile oggettivamente. Non si tratta solo di un movimento e di una corrente artistico-letteraria, ma anche di un diffuso stato d animo, che esalta l individuo, considera l intuito l unica forma di conoscenza e assegna all arte un valore supremo come strumento per emanciparsi dalla volgarità del mondo e per esprimere il senso di estraniamento e di angoscia che pervade molti intellettuali. A tale istanza, al tempo stesso estetica, artistica e ideologica, diamo il nome di Decadentismo. Il profeta della decadenza : Friedrich Nietzsche Lo sviluppo di questo indirizzo culturale è fortemente influenzato dal filosofo che, partendo dal rifiuto del razionalismo positivistico, condiziona maggiormente gli atteggiamenti ideologici del mondo intellettuale, tra la fine del secolo e i primi decenni del successivo: il tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900). Critico radicale della cultura borghese e apertamente polemico con i miti della civiltà occidentale (la scienza, la morale e soprattutto la religione cristiana), Nietzsche sviluppa presto una concezione tragica della vita. Egli ritiene che l esistenza sia un caos irrazionale privo di significato, ma questa tesi non lo porta a teorizzare un atteggiamento rinunciatario o una fuga dal mondo, bensì a manifestare una piena ed entusiastica accettazione della vita, nel rovesciamento di ogni morale tradizionale. Prendendo a simbolo Dioniso, il dio greco dell ebbrezza e della danza, egli afferma la necessità di creare un uomo nuovo, un superuomo, che possa diventare padrone del proprio destino e imporre la propria volontà di potenza, vincendo il disordine del mondo. La critica nietzschiana alla morale Per Nietzsche, l affermazione di tale volontà è stata impedita dalle «menzogne con le quali l Occidente ha ingannato sé stesso per secoli. Due di esse, in particolare, hanno neutralizzato la possibilità di creare una civiltà superiore : la filosofia di Platone, che respinge il mondo reale come falso e inventa un mondo ideale il mondo delle idee, caratterizzato da ordine, armonia, bene presentandolo come la vera realtà; e il cristianesimo, che condivide la stessa concezione del platonismo l aldilà contrapposto al mondo terreno, lo spirito al corpo promettendo però l avvento del mondo vero non solo ai sapienti, 36 Edvard Munch, Ritratto di Friedrich Nietzsche, 1906. Oslo, Munch-Museet.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi