La poesia civile

Giovanni Pascoli Continuità e novità rispetto a Myricae Temi e toni più elevati L epigrafe virgiliana («Piacciono gli arbusti e le umili tamerici ), identica a quella di Myricae, rimanda a quella prima raccolta, con cui i Canti di Castelvecchio intrattengono un esplicito rapporto di continuità, sebbene ora le misure metriche siano spesso più ampie (qui Pascoli utilizza con maggiore frequenza l endecasillabo) e il plurilinguismo pascoliano si arricchisca ulteriormente di aulicismi, tecnicismi e voci di ascendenza dialettale. Da un punto di vista strutturale, i Canti sono ordinati secondo l alternarsi delle stagioni. Ma il motivo naturalistico è per lo più esteriore, visto che il tema dominante è soprattutto autobiografico, con il continuo riaffiorare del ricordo dell uccisione del padre. La dolente rievocazione del passato è accompagnata costantemente dallo sguardo malinconico che il poeta posa sull ambiente e sul mondo esterno, segnato sempre dal mistero e dal cupo incombere della violenza e del male. Poemi conviviali Il titolo dell opera, pubblicata nel 1904, richiama il nome della rivista romana Convivio , che aveva accolto i suoi testi per la prima volta, diretta dal poeta Adolfo De Bosis e ispirata, nella veste editoriale come nei contenuti, al gusto estetizzante che caratterizzava il Decadentismo italiano (non a caso, tra i principali collaboratori compare Gabriele d Annunzio). Pascoli sembra voler alzare il contenuto e la forma rispetto alle opere precedenti: non abbiamo più poemetti, ma poemi e argomenti più elevati. La rilettura dei miti antichi In effetti, i 20 testi della raccolta sono tutti incentrati su personaggi storici o mitologici del mondo antico, soprattutto greco (Omero, Alessandro Magno, Elena, Ulisse, Solone ecc.), anche se non mancano riferimenti a Roma e al cristianesimo. Su tali figure del passato Pascoli proietta la propria sensibilità, immergendole nel clima culturale del Decadentismo e della crisi del razionalismo positivistico. Non ci troviamo dunque di fronte a vincitori o a uomini saldi nei loro valori, ma al contrario ad antieroi consumati dal dubbio, tormentati, privi di certezze, minati dalla sfiducia verso sé stessi e verso l uomo in generale. Il passato che vive nel presente L antichità è per Pascoli un luogo su cui imprimere il segno del proprio sentire più profondo: lo sgomento di fronte alla realtà dolorosa, le apparizioni inquietanti o consolatorie della natura, la vanità del desiderio di conoscere, la paura di vivere e di crescere, il rimpianto del grembo materno e degli affetti domestici, il mistero dell esistenza; suggestioni rese ancora più acute e struggenti da un lessico raffinato e talvolta perfino estetizzante. Si tratta di un mondo perduto, sommerso dal tempo, ma che sembra vivere nella memoria delle nostre stesse attese e sofferenze. La poesia civile Negli ultimi anni di vita, Pascoli concepisce e in parte realizza ampi cicli poetici di ispirazione patriottica e nazionale. Questa produzione letteraria è influenzata dal fatto che egli si sente obbligato a raccogliere contro la sua più genuina natura e con risultati, di conseguenza, piuttosto modesti l eredità di Giosuè Carducci, anche in qualità di poeta della Storia e della gloria nazionale. Le raccolte patriottiche In tale ambito possiamo ricordare le raccolte Odi e inni (1906), Le canzoni di re Enzio (pubblicate tra il 1908 e il 1909), i Poemi italici (1911, poi nel volume postumo Poemi italici e canzoni di re Enzio, 1914) e gli incompiuti Poemi del Risorgimento (anch essi pubblicati postumi, da Maria, nel 1913 insieme con l Inno a Roma e l Inno a Torino, composti in latino e dall autore stesso tradotti in italiano). 293

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi