I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Glossario generico, anche come introduttore di subordinate che nell italiano standard avrebbero più spesso congiunzioni subordinanti semanticamente più precise. Il che polivalente si associa qui inoltre all indicativo. In particolare si parla di che polivalente nel caso in cui la congiunzione sia utilizzata per introdurre frasi di significato esplicativo-consecutivo, in frasi causali, frasi consecutivo-presentative, frasi temporali, frasi finali, frasi in cui che ha valore enfatizzante-esclamativo, frasi pseudorelative. Esempio: «mastro Misciu raschiava ancora il suo pilastro che l avemaria era suonata da un pezzo (G. Verga, Rosso Malpelo). Chiasmo Figura retorica consistente nell accostamento di due membri concettualmente paralleli, in modo però che i termini del secondo siano disposti nell ordine inverso a quelli del primo (posizione incrociata), così da interrompere il parallelismo sintattico. Esempi: «la chiamò, la chiamò per nome in cielo. / Allora anch io per nome la chiamai (G. d Annunzio, Stabat nuda Aestas, vv. 15-16); «del suo e mio tesoro, [ ] / delle mie e sue pene (C. Rebora, Dall imagine tesa, vv. 22-24). Chiave In metrica, verso (più comunemente detto diesi) che nella canzone petrarchesca lega la fronte alla sirma ; anche il verso che, lasciato senza rima nella sirma della prima stanza della canzone, è rimato con un verso che nella coda delle stanze successive si trova sempre nel medesimo posto. Climax Figura retorica, detta anche gradazione o gradazione ascendente, consistente nel passare da un concetto all altro, o nel ribadire un concetto unico con vocaboli sinonimi via via più efficaci e intensi, o più genericamente nel disporre i termini di una frase in ordine crescente di valore e di forza. Esempi: «la terra ansante, livida, in sussulto; / il cielo ingombro, tragico, disfatto (G. Pascoli, Il lampo, vv. 2-3); «il coraggio, l audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali (F.T. Marinetti, Fondazione e manifesto del Futurismo). Coda Chiusa di uno scritto o di un discorso; aggiunta, appendice. In particolare, coda del sonetto , i versi che si aggiungono ai 14 del sonetto, distribuiti in strofette di un settenario e 2 endecasillabi accoppiati, con la rima 1168 dell ultimo verso di ogni strofetta ripresa nei primi due della successiva; sonetto con la c., sonetto caudato. Congedo Stanza finale di una canzone o di una sestina , detta anche commiato. Consonanza Accordo delle sillabe finali, che forma la rima ; talora s intende per c. l uguaglianza delle sole consonanti nella terminazione di due parole (per es., mare e dolore; padre e leggiadro), contrapposta all assonanza in cui sono identiche solo le vocali. Correlativo oggettivo Procedimento poetico teorizzato dal poeta T.S. Eliot e successivamente sviluppato da Montale, in virtù del quale un emozione o una sensazione del poeta viene espressa e rappresentata nel testo poetico attraverso una serie di oggetti concreti o una situazione particolare, senza che sia necessaria alcuna ulteriore spiegazione. Esempio: «la bussola va impazzita all avventura / e il calcolo dei dadi più non torna (E. Montale, La casa dei doganieri, vv. 8-9). Attraverso i correlativi oggettivi della «bussola impazzita e del «calcolo dei dadi che «non torna viene espresso il senso di smarrimento del poeta. D Decasillabo Verso composto di 10 sillabe metriche, la cui varietà con accenti ritmici sulla 3ª, 6ª e 9ª sillaba, senza cesura è molto orecchiabile. Esempio: «Soffermàti sull àrida sp nda (A. Manzoni, Marzo 1821, v. 1). Nell uso antico, ripreso dai romantici e poi da Pascoli, è spesso nella forma di un doppio quinario con cesura fissa dopo il primo quinario . Esempio: «Al mio cantuccio, // donde non sento (G. Pascoli, L ora di Barga, v. 1). Deittico Che designa con evidenza, con precisione; in particolare, riferito a pronome o aggettivo, sinonimo di dimostrativo. Con significato più ampio, in linguistica, elementi o fattori d., quelle che servono a situare l enunciato nello spazio e nel tempo, e a precisare chi sia il soggetto parlante e quello ascoltante. Esempio: «Di questa poesia / mi resta / quel nulla (G. Ungaretti, Il porto sepolto, vv. 4-6). Diegesi Nel linguaggio della critica strutturalista, la linea del racconto, nel suo svolgimento essenziale (in un opera letteraria, teatrale, cinematografica e simili). Nella più stretta accezione narratologica indica la parte di racconto in cui è preponderante la narrazione da parte del narratore in opposizione alla mimesi . Discorso indiretto Comporta una riformulazione delle parole o delle frasi proprie o altrui. Si può presentare come proposizione oggettiva o interrogativa indiretta, sia esplicita sia implicita. Nel passaggio dal discorso diretto a quello indiretto si verificano alcuni cambiamenti: la 1ª e la 2ª persona (singolare e plurale) del discorso diretto diventano rispettivamente la 3ª singolare e la 3ª plurale; le interiezioni, i vocativi, le formule di saluto e alcuni tratti colloquiali scompaiono, perché non possono essere riprodotti, se non con perifrasi . Discorso indiretto libero Riporta un discorso in forma indiretta, ma con alcune caratteristiche specifiche. A differenza di quanto accade di solito nel discorso indiretto , non è introdotto da verbi come dire , sostenere , affermare , dichiarare ecc. Come invece accade sovente nel discorso diretto, spesso presenta al suo interno interiezioni, esclamazioni, avverbi di luogo e tempo, frasi interrogative dirette, frasi ellittiche e vari costrutti tipici del parlato, mentre i tempi verbali più usati sono l indicativo imperfetto e il condizionale passato, che permettono una maggiore vicinanza di chi scrive a ciò che si racconta. Molto in voga nella prosa narrativa tra Ottocento e Novecento, il discorso indiretto libero ha lo scopo di riferire in 3ª persona le parole e i pensieri di un personaggio, combinandoli con quelli della voce narrante. Esempi: «Ormai! Che doveva importargli delle stramberie dell avvocato? Ma se fosse vero? Eh, via! Ma infine, se fosse vero? (L. Capuana, Il marchese di Roccaverdina, cap. 8); «Un violinista! Se era vero ch egli sonava tanto bene, io semplicemente, ero un uomo distrutto. Almeno non avessi sonato io quell instrumento o non mi fossi lasciato indurre di sonarlo in casa Malfenti (I. Svevo, La coscienza di Zeno, cap. 5). E Ellissi Figura retorica che consiste nell omissione, in una proposizione,

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi