I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il primo Ottocento La fuga del tempo Tuttavia lo sfogo emotivo del poeta passa presto dalla sfera personale e dalla condizione individuale a una riflessione più ampia sul mondo e sulla vita umana in generale. Come nell Infinito ( T12, p. 841), una percezione sonora (Odo non lunge il solitario canto / dell artigian , vv. 25-26), una di quelle che vengono definite «vaghe nello Zibaldone, acuisce in Leopardi il dolore per lo scorrere del tempo che non lascia traccia. Il giorno di festa è destinato a finire come tutti gli altri nel grigiore dell oblio: allo stesso modo perfino le imprese degli antichi e la loro fama vengono cancellate dal silenzio del presente (Tutto è pace e silenzio, e tutto posa / il mondo, e più di loro non si ragiona, vv. 38-39). Infelicità personale e universale Registro filosofico e registro soggettivo paiono intrecciarsi fino alla fine in un discorso senza soluzione di continuità. L esperienza più intima del poeta si inserisce nella riflessione sulla caducità universale delle cose, sull esito della Storia umana e sull inevitabile decadere di ogni civiltà. Così non appare incongruo il fatto che, in conclusione dell idillio, Leopardi torna a illuminare il proprio io, aprendo lo spazio della memoria. Rievocando il passato e la prima età, quando attendeva con l urgenza dell infanzia il giorno festivo, egli ricorda il dolore provato di notte dinanzi all impietoso tramonto delle illusioni e delle speranze. In quel tempo remoto della fanciullezza, un secondo canto, lontano e indistinto (ed alla tarda notte / un canto che s udia per li sentieri / lontanando morire a poco a poco, / già similmente mi stringeva il core, vv. 43-46), suggellava ed enfatizzava, con perfetta circolarità, la coscienza dell illusione e dell infelicità: la sensazione dell indefinito, che per Leopardi fa scattare la sensazione del piacere, si rovescia qui nel tragico presagio di un irreparabile destino di sofferenza. L espressione di un passato eroico Le scelte stilistiche La stesura del canto avviene in un epoca in cui il poeta è ancora convinto della superiorità del mondo antico, nobile ed eroico, su quello presente, caratterizzato dalla noia e dalla viltà. Le virtù del passato appaiono infatti morte ai suoi occhi, come attestano le canzoni civili, composte negli stessi anni della Sera del dì di festa, nelle quali domina il tema morale della decadenza contemporanea. Alcune spie stilistiche rivelano il rimpianto per la gloria del popolo romano: in primo luogo, compaiono nel lessico del componimento diversi latinismi (cura, v. 9; solenne, v. 17; quella, v. 36, nel senso di quella grande , ossia Roma). Nei vv. 33-37, riferiti proprio alla grandezza antica, Leopardi accresce l intensità retorica con una serie di interrogative, che per contrasto esprimono il senso di vuoto nel quale sono state inghiottite le imprese di un tempo e perfino il loro ricordo. A quelle gesta è subentrato oggi il deserto di un mondo fermo e impassibile, che fa sprofondare nel silenzio il valoroso fragorio dell età antica. Verso le competenze COMPRENDERE 1 Fai la parafrasi dell intero componimento. 2 A partire dal v. 13 la natura viene personificata. Quali caratteristiche assume e in che cosa consiste l argomentazione del poeta? 3 Quale dei seguenti temi non è presente nella lirica? a L inappagato desiderio di partecipare della bellezza della natura. b L esclusione dall esperienza amorosa. c L angoscia per il dileguarsi della vita nel nulla. d La gelosia e il risentimento nei confronti della donna. 846

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento