I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Giacomo Leopardi Canti 30 35 40 45 e fieramente mi si stringe il core, a pensar come tutto al mondo passa, e quasi orma non lascia. Ecco è fuggito il dì festivo, ed al festivo il giorno volgar succede, e se ne porta il tempo ogni umano accidente. Or dov è il suono di que popoli antichi? or dov è il grido de nostri avi famosi, e il grande impero di quella Roma, e l armi, e il fragorio che n andò per la terra e l oceano? Tutto è pace e silenzio, e tutto posa il mondo, e più di lor non si ragiona. Nella mia prima età, quando s aspetta bramosamente il dì festivo, or poscia ch egli era spento, io doloroso, in veglia, premea le piume; ed alla tarda notte un canto che s udia per li sentieri lontanando morire a poco a poco, già similmente mi stringeva il core. 32 volgar: feriale. 32-33 e se ne porta accidente: e il tem- po (soggetto) porta via con sé ogni evento. L espressione se ne porta il tempo richiama due versi del Canzoniere petrarchesco («ma l vento ne portava le parole , 267, v. 14; «quante speranze se ne porta il vento , 329, v. 8), ma anche un dittico della poetessa cinquecentesca Veronica Gambara, che Leopardi erroneamente attribuisce a Vit- toria Colonna nella Crestomazia della poe sia («Così si fugge il tempo: e col fuggire / ne porta gli anni e l viver nostro insieme ). 33 il suono: l eco. 34 il grido: il ricordo, la fama. 37 che n andò: che di essa (Roma) si diffuse. 38 posa: è in quiete. 41-42 or poscia spento: non appena esso (egli) era terminato. 43 premea le piume: giacevo nel letto. L espressione ricorre di frequente nella tradizione lirica italiana, da Petrarca a Vincenzo Monti. alla tarda notte: a notte inoltrata. 45 lontanando morire: allontanandosi affievolirsi. 46 già similmente: già allora allo stesso modo. Dentro il testo L esclusione dalla gioia I contenuti tematici La visione di un notturno dominato dalla luce lunare è improvvisamente interrotta dal pensiero di una figura femminile, invocata con il possessivo mia (v. 4) e dunque implicitamente oggetto d amore. A lei, che dorme serena, ignara di aver aperto nel cuore del poeta una ferita dolorosa, si contrappone l io lirico, portato crudelmente dalla natura a provare il desiderio amoroso ma reso, dalla stessa natura, incapace di realizzarlo. Il confronto accentua la drammatica consapevolezza del proprio destino esistenziale: a differenza della donna, che sta sognando gli svaghi e gli incontri con gli altri giovani come lei (vv. 18-20), egli si trova irrimediabilmente escluso dal novero di quei fortunati (non io, non già ch io speri / al pensier ti ricorro, vv. 20-21), «dove la ripetizione del pronome personale e della negazione, e le pause nel verso, sottolineano il sentimento di esclusione provato dal soggetto (Bazzocchi). Come nell Ultimo canto di Saffo ( T10, p. 833), il disinganno amoroso e la convinzione di essere perseguitati dalla natura si trovano dunque sullo stesso piano. 845

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento