I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il Seicento Un nuovo modo di pensare L unica autorità cui la scienza possa sottostare è, secondo Galileo, quella della ragione. Le acquisizioni cui egli giunge non sono dimostrate ricorrendo all ipse dixit (vale a dire al principio di autorità) ma attraverso «geometriche dimostrazioni che ciascuno può ripetere a sua volta, verificandone la correttezza. Tra Cinquecento e Seicento si registra infatti una visione più laica dell attività di ricerca scientifica. Galileo è il maggiore artefice di questo cambiamento epocale: nel suo approccio alla realtà non esiste più una gerarchia di valori, in quanto tutti i fatti e i fenomeni si pongono all interno di una nuova visione unitaria dell universo, senza più le distinzioni tra mondo celeste e mondo terrestre che costituivano le chiavi di lettura imposte dalla teologia e dall accettazione acritica dell aristotelismo per descrivere il mondo. La ricerca della verità e di uno stile aderente alla realtà Al pari di un altro grande pensatore del Seicento, l inglese Francis Bacon (1561-1626), Galileo concepisce la ricerca della verità come un lungo e faticoso cammino, una conquista disagevole e mai stabile, simile a un avventura da vivere con pazienza e con il costante pungolo del dubbio, che spinge a interrogare la realtà senza accontentarsi dei risultati già ottenuti. Per dar forma a tale impegno, in modo che esso non rimanga nascosto, ma sia condiviso con gli altri uomini, è però necessario uno spirito nuovo anche nel comunicare. Galileo è convinto infatti che esista un rapporto indissolubile tra l operosità intellettuale e la divulgazione dei suoi frutti: la conoscenza non può essere più ristretta a un élite di specialisti, ma va condivisa il più ampiamente possibile, in uno sforzo espressivo che renda gli uomini partecipi e consapevoli della ricchezza del libro della Natura di cui fanno parte. Per questo la grande aderenza alla realtà propria della scienza di Galileo si riflette anche nello stile delle sue opere: mentre i suoi contemporanei traggono similitudini e metafore dai testi letterari o da bizzarre e fantasiose compilazioni sulla natura, egli le ricava direttamente dall osservazione della realtà. Ciò non significa che rinunci agli strumenti retorici tipici della cultura del suo tempo, ma che questi non si presentano più come vezzo artistico, bensì come uno strumento finalizzato a sostenere le idee in modo efficace. Giuseppe Martelli, La tribuna di Galileo, 1841. Firenze, Museo della Specola. 80

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento