T4 - Il cinque maggio (Odi)

Il primo Ottocento nella Milano del 1630, devastata dalla peste, all ignoranza diffusa in un epoca violenta e alle leggi sbagliate, che giustificarono le torture e procurarono condanne ingiuste. Manzoni, tornando sul medesimo processo, sostiene che ridurre quel risultato abominevole a «un effetto de tempi e delle circostanze è inaccettabile per un credente. Il peso della responsabilità a suo parere ricade interamente sui giudici che punirono degli innocenti, calpestando ogni regola: «se non seppero quello che facevano, fu per non volerlo sapere, fu per quell ignoranza che l uomo assume e perde a suo piacere, e non è una scusa, ma una colpa . Il mistero della Grazia Al di là di ogni condizionamento, dunque, l uomo risponde pienamente delle sue azioni. I comportamenti morali nei Promessi sposi sono ampiamente valutati e commentati, senza attenuanti. Nel romanzo la Provvidenza trasforma il male in una serie di prove che consentono di verificare e temprare la fede dei personaggi, che la chiamano in causa a più riprese, a differenza del narratore onnisciente che non la nomina mai esplicitamente. Il cinque maggio T4 Odi L ode viene scritta di getto nel luglio del 1821, alla notizia della morte di Napoleone, che circolava accompagnata da voci di una sua conversione all ultimo momento. Profondamente colpito, Manzoni compone in pochi giorni questa orazione funebre , in cui ricapitola la vicenda umana dell imperatore, sublime dimostrazione del carattere precario delle glorie umane, al cospetto di una prospettiva eterna. La censura austriaca ne proibisce la stampa, ma l ode si diffonde ampiamente tramite copie manoscritte, riscuotendo ammirazione e consensi. Nel 1822 Goethe la traduce in tedesco. L anno successivo viene pubblicata a Torino. Grandezza e miseria di un imperatore METRO 18 strofe di 6 settenari, disposti secondo lo schema SASAST (dove S indica i versi sdruccioli, T i versi tronchi). PARAFRASI La decisione del poeta di cantare Napoleone 5 10 Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta, 1-6 Napoleone è morto. Come (Siccome) il suo corpo (spoglia), dopo avere esalato l ultimo respiro (sospiro) rimase immobile (stette), senza memoria (immemore) e privato (orbo) di uno spirito tanto grande, così il mondo all annuncio (nunzio) della sua morte si ferma (sta), muta pensando all ultima ora dell uom fatale; né sa quando una simile orma di piè mortale la sua cruenta polvere a calpestar verrà. 7-12 colpito, attonito, silenzioso, pensando all ul tima ora dell uomo che ha deciso tanti destini (fatale); e si chiede quando mai l orma di un individuo altrettanto grande tornerà a calpestare la terra in sanguinata dalle guerre (cruenta polvere). 1 Ei: egli (per antonomasia Napoleone). 8 fatale: voluto dal fato, cioè cristiana mente dalla Provvidenza. 702 10-12 orma verrà: alcuni commentatori hanno fatto notare che le orme non calpe stano la terra; il poeta è però preoccupato di evocare la visione delle marce di Napo leone e far quasi sentire lo scalpitare del suo cavallo sulla polvere dei campi di battaglia.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento