T1 - In morte di Carlo Imbonati

Alessandro Manzoni La moralità della letteratura T1 Manzoni, divenuto cattolico praticante, non modifica le proprie idee politiche in senso conservatore, restando anzi nemico delle commistioni fra religione e politica, in cui vede un ostacolo alla trasposizione terrena del messaggio cristiano, prima ancora che all edificazione della nazione italiana. Fermamente convinto che l intellettuale debba assumersi una responsabilità nei confronti del popolo, egli difende l idea di letteratura come umile e utile servizio civile. Le pretese di autosufficienza delle belle lettere che dilagano nel secondo Ottocento, riassumibili nel motto «l arte per l arte , suonano assurde alle orecchie di Manzoni, indifferente alle lusinghe di una gloria solo letteraria. La letteratura a suo parere non può e non deve ridursi a piacevole intrattenimento per le classi agiate: se ciò avvenisse, agli scrittori bisognerebbe allora anteporre i cantastorie che nelle fiere allietano i contadini distraendoli dalla loro vita di stenti. In morte di Carlo Imbonati Vv. 165-215 Responsabilità morale e libertà interiore dell artista Il carme viene scritto dal poeta ventenne, verso la fine del 1805, a consolazione della madre, che da poco aveva perso il compagno, il ricco nobiluomo milanese Carlo Imbonati, con il quale conviveva a Parigi da una decina d anni. Pur senza averlo conosciuto personalmente, Manzoni fa di Imbonati un supremo modello di virtù laica: a lui si rivolge per ottenere consigli sul cammino da percorrere, sebbene all epoca fosse ancora in vita il padre ufficiale, che l aveva instradato in collegi religiosi, verso i quali egli mostra in altra parte del componimento un fiero disprezzo. Tutto ciò, dopo la conversione, indurrà Manzoni a rifiutare questi versi, così come gli altri componimenti giovanili di stampo classicista. METRO Endecasillabi sciolti. PARAFRASI 165 170 175 «Or dimmi, e non ti gravi, se di te vero udii che la divina de le Muse armonia poco curasti . Sorrise alquanto, e rispondea: «qualunque di chiaro esempio, o di veraci carte giovasse altrui, fu da me sempre avuto in onor sommo. E venerando il nome fummi di lui, che ne le reggie primo l orma stampò dell italo coturno: e l aureo manto lacerato ai grandi, mostrò lor piaghe, e vendicò gli umìli; e di quel, che sul plettro immacolato cantò per me: Torna a fiorir la rosa. 165-177 «Ora dimmi, e non ti dispiaccia (non ti gravi), se è vero quanto ho sentito dire, che hai te nuto in poco conto la poesia . Fece un breve sorri so e rispose: «Chiunque fosse utile agli altri, o con l esempio della propria vita, o con scritti ispirati al vero (veraci carte), fu da me sempre tenuto (avuto) in sommo onore. Venerai il nome di colui che per primo ambientò nelle corti la tragedia italiana (italo coturno) e, lacerato il manto d oro dei potenti, ne mostrò le miserie (piaghe) e vendicò gli umili. E ve nerai il nome di colui che con la sua poesia pura (plettro immacolato) cantò per me Torna a fiorir la rosa. 165 Or dimmi: a parlare è il poeta, che si 173 coturno: calzatura degli attori tragici rivolge a Imbonati. 166-167 la divina de le Muse armonia: perifrasi per indicare la poesia. 172 di lui: di Vittorio Alfieri. greci, per estensione (sineddoche) indica il genere della tragedia. 176 di quel: di Giuseppe Parini. 177 Torna a fiorir la rosa: è l inizio del l Educazione, ode scritta da Parini per fe steggiare la guarigione dal vaiolo di Imbo nati, di cui il poeta fu precettore. 687

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento