Cronache dal passato - Una pungente descrizione veneziana

Il Seicento cronache dal passato Una pungente descrizione veneziana della curia romana Lungi dal rappresentare un modello di virtù e devozione, la corte papale accoglie nel suo seno i peggiori vizi morali Ancora nel Seicento, a Venezia, aleggia una certa atmosfera libertaria. Ne è documento una produzione di stampo antiecclesiastico, che denuncia le imposture della religione e la corruzione di vescovi e prelati. In particolare, si distingue per anticonformismo ed eclettismo intellettuale l Accademia degli Incogniti, che a partire dal 1623 raccoglie i più illustri spiriti liberi della penisola. Ne è fondatore il veneziano Giovan Francesco Loredano (1606-1661), autore di una cospicua produzione letteraria in cui si distinguono soprattutto compilazioni storiche e romanzi. Tra questi ultimi, ha un certo successo (anche in Francia) La Dianea (1627), una strana narrazione di vicende cavalleresche e amorose, infarcite di allusioni di tipo politico-ideologico. Ne proponiamo un passo che riguarda la curia romana, rappresentata come il regno dell ipocrisia, della falsa religione e della maldicenza. Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, Il bacio di Giuda, noto anche come La cattura di Cristo, 1600 ca. Collezione privata. 38 « Mi condussi nel regno della fortuna, in quella città1 appunto ch è solita d allettare ognuno col nome d amore, benché negli effetti doni la morte. Quivi ebbi occasioni di detestare l avarizia e l ambizione, che trionfano in quella corte. L adulazione v è in eccesso, procurando ognuno d avanzarsi in qualche posto di grazia del padrone per avvantaggiar sé stesso. Lo spoglio e la vendetta de luoghi sacri agli dei non è reputato a biasimo, perché viene praticato da più grandi. La crudeltà ivi tiene residenza, non conoscendo amore coloro che non sanno se non distruggere la natura. L oro diviene merito per i più vili e per i più ignoranti. La santità, l innocenza e la bontà professata nelle voci e nell abito è affatto conculcata dall opere. Tutto là ho conosciuto venale, e molti ancora vendono se stessi al prezzo d una vilissima e mercenaria speranza; tanto più incerta, quanto che dipende da una vita il più delle volte consumata dalle medicine e dagli anni. Quivi i re2 sono elettivi, onde tentano ogni mezzo per arricchire con danno del regno e dei sudditi. I premi e le pene si dispensano alla cieca. I doni superano tutte le difficoltà;3 né v è maggior merito di quello della ricchezza. La giustizia ha in quel regno gli occhi e le mani. Non v è religione che nell abito, e questo delle volte è così lascivo, che contende con quello delle donne più libere. [ ] L ipocrisia occupa una gran parte di coloro che bramano ingannar i semplici. Tentano l oppressione della verità e la proibiscono alle penne e ai pennelli.4 Vietano agli altri quelle cose, che vogliono goder soli e castigano con maggior severità quegli errori nei quali essi peccano. In somma i vizi più esecrabili, detestati dalle leggi della natura e del mondo, sono connaturali in questa corte. 1 in quella città: Roma. 2 i re: i papi. 3 I doni difficoltà: fare doni ai po- tenti significa superare ogni ostacolo. 4 alle penne e ai pennelli: agli scrittori e ai pittori.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento