Dalle riforme alla Rivoluzione

L epoca e le idee stria e Piemonte); nei decenni successivi, poi, anche il Ducato di Parma viene attribuito all Austria, mentre la Toscana va a Francesco di Lorena, marito dell imperatrice austriaca Maria Teresa. Nel contesto italiano cambia la potenza straniera dominante, ma rimangono invariate le condizioni che impediscono la formazione di realtà statali in grado di giocare un ruolo autonomo nello scacchiere europeo. Solo Venezia mantiene una certa influenza politica ed economica nel Mediterraneo, ma non è in grado di confrontarsi alla pari con i grandi regni continentali. Anche lo Stato della Chiesa è formalmente libero, ma di fatto subordinato alla politica austriaca. Tra gli Stati indipendenti, è il Piemonte sabaudo a mostrare maggiore vitalità; sotto la guida di Amedeo II (dal 1675 al 1730) e di Carlo Emanuele III (dal 1730 al 1773), il Regno di Sardegna come è denominato dopo lo scambio tra Sicilia e Sardegna concordato con l Austria rafforza le sue strutture amministrative e l esercito, preparandosi a una politica di espansione che darà i suoi frutti nell Ottocento. Gli Stati indipendenti Dalle riforme alla Rivoluzione Il dispotismo illuminato la parola Negli ultimi decenni del secolo si sviluppa in alcuni paesi europei l esperienza del dispotismo (o assolutismo) illuminato. Con questa formula si indica l apertura di alcune monarchie assolute alle idee filosofiche e politiche maturate nel corso del Settecento, che si traduce nell introduzione di una serie di riforme in ambito amministrativo, economico e giuridico. I sovrani illuminati tentano in primo luogo di modernizzare le strutture statali, anche al fine di favorire la crescita economica. Limitando i privilegi della nobiltà, dei ceti tradizionalmente dominanti e della Chiesa (i cui beni sono in alcuni casi incamerati dallo Stato), si creano spazi d azione per la borghesia mercantile e imprenditoriale, che viene però mantenuta ai margini del potere politico. Sul piano economico, il dispotismo illuminato mette in discussione la concezione mercantilista dominante nel Seicento, ispirandosi invece alle idee della nuova scuola fisiocratica , la quale raccomanda l eliminazione dei dazi e dei vincoli legislativi che soffocano la libertà di iniziativa economica. Sul piano giuridico, infine, in alcuni paesi si procede all abolizione della tortura (il primo a farlo è Federico II di Prussia nel 1740) e della pena di morte (messa al bando per la prima volta in Toscana, da Pietro Leopoldo, nel 1786), cui si accompagna l introduzione di codici legislativi più ordinati, razionali e funzionali. Mercantilismo Secondo la concezione mercantilista, la ricchezza di uno Stato si misura in base alla quantità di metalli preziosi detenuti entro i suoi confini sotto forma di riserve auree e di moneta circolante. Ne derivano politiche economiche volte a stimolare l attività manifatturiera interna e a limitare le importazioni attraverso l imposizione di dazi sulla circolazione delle merci. Fisiocrazia Scuola economica francese fiorita tra il 1750 e il 1780. I fisiocrati individuano nell agricoltura il fondamento della ricchezza di un paese e ne incoraggiano lo sviluppo in senso capitalistico attraverso l abolizione dei dazi doganali. Il principale rappresentante di questo orientamento economico è Fran ois Quesnay (1694-1774). 185

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento