I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il Seicento 20 25 30 35 40 45 50 55 60 L oste che, come si è detto, era un furbacchione e aveva già qualche sospetto sulla mancanza di giudizio del suo ospite, finì col convincersene quando ebbe udito tali discorsi, e, per aver quella notte motivo di risa, pensò di dargli corda; così gli disse che era molto saggio quel che desiderava e che il suo proposito era proprio e naturale dei nobili cavalieri quale egli sembrava e come attestava il suo gagliardo6 aspetto; che anche lui, negli anni della sua giovinezza, si era dato a quell onorevole professione, andando in cerca di avventure per diverse parti del mondo, senza tralasciare i Percheles di M laga, le Islas di Riar n, il Comp s di Siviglia, l Azoguejo di Segovia, l Olivera di Valenza, la Rondilla di Granata, la Spiaggia di Sanl car, il Potro di Cordova, le Ventillas di Toledo7 e altri diversi luoghi dove aveva esercitato la celerità dei suoi piedi e l abilità delle sue mani, commettendo molte ingiustizie, seducendo molte vedove, violando alquante fanciulle, ingannando vari minorenni e finalmente facendosi conoscere da tutte le preture e i tribunali che ci sono in quasi tutta la Spagna; da ultimo, era venuto a ritirarsi in quel suo castello dove viveva con i suoi beni e gli altrui, dando in esso asilo a tutti i cavalieri erranti di qualunque condizione e stato fossero, solo per il grande affetto che nutriva verso di essi e perché dividessero con lui i loro averi, in riconpensa delle sue buone disposizioni verso di loro. Gli disse anche che in quel suo castello non c era alcuna cappella dove poter vegliare in armi, perché l avevano demolita per rifarla nuova; ma egli sapeva che, in caso di necessità, la veglia si poteva fare ovunque, e che quella notte avrebbe potuto farla in un cortile del castello; l indomani, poi, a Dio piacendo, si sarebbero fatte le dovute cerimonie, in modo che egli fosse armato cavaliere, e tanto cavaliere come più non avrebbe potuto esserlo nessuno al mondo. Gli domandò se portava denaro; don Chisciotte rispose che non aveva un soldo, perché non aveva mai letto nelle storie dei cavalieri erranti che alcuno di essi ne avesse portato con sé. A ciò l ospite replicò che s ingannava; che se anche nelle storie non lo si scriveva, non essendo sembrato ai loro autori necessario scrivere una cosa di cui era tanto evidente la necessità, come quella di portar denari e camicie pulite, non per ciò si doveva credere che non ne portassero; quindi poteva ritener per certo, senza il minimo dubbio, che tutti i cavalieri erranti, di cui tanti libri son pieni zeppi, portavano le borse ben fornite per ogni eventualità; e portavano anche camicie e una cassettina piena di unguenti per risanare le ferite ricevute, perché non sempre nelle campagne o nei luoghi disabitati dove combattevano o restavano feriti c era chi li curasse, eccetto che non avessero per amico qualche mago sapiente che li soccorresse subito, portando per l aria, dentro una nube, qualche donzella o qualche nano con un ampolla d acqua tanto miracolosa che, inghiottendone qualche goccia, immediatamente guarivano dalle loro piaghe o ferite come se non avessero avuto mai nulla. Ma fintanto che questo non ci fosse, gli antichi cavalieri stimarono opportuno che i loro scudieri fossero provvisti di denaro e di altre cose necessarie, come filacce8 e unguenti per medicarsi; e se avveniva che quei cavalieri non avessero scudieri (il che capitava poche, anzi rare volte), si portavano tutto essi stessi in bisacce di poco spessore, che quasi non si vedevano, in groppa al cavallo, come se fossero qualcosa d altro di maggior valore, perché, se non per siffatta ragione, non era solitamente ammesso che i cavalieri erranti portassero bisacce; 6 gagliardo: forte, valoroso. 7 i Percheles le Ventillas di Toledo: tutti luoghi malfamati del tempo. 116 8 filacce: bende.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento