(I camerieri della bisca passano nella locanda e serrano la
porta. Vittoria resta in bottega,
30 assistita da
Ridolfo)
LEANDRO Liberate il passo. Voglio entrare in quella locanda. (colla spada alla mano,
contro
Eugenio)
EUGENIO No, non sarà mai vero. Siete un barbaro contro la vostra moglie, ed io la
difenderò sino all'ultimo sangue.
35 LEANDRO Giuro al cielo, ve ne pentirete. (incalza Eugenio colla
spada)
EUGENIO Non ho paura di voi. (incalza
Leandro e l'obbliga rinculare7 tanto che, trovando
la casa della
ballerina aperta, entra in quella e si salva)
SCENA XXIV
Eugenio, Vittoria e Ridolfo.
EUGENIO Vile, codardo, fuggi? Ti nascondi? Vien fuori, se hai coraggio. (bravando8
40
verso la porta della ballerina) Giuro al cielo che ti caverò tutto il sangue.
VITTORIA Se volete sangue, spargete il mio. (si presenta ad
Eugenio)
EUGENIO Andate via di qui, donna pazza, donna senza cervello.
VITTORIA Non sarà mai vero, ch'io mi stacchi viva da voi.
EUGENIO Corpo di Bacco,9 andate via, che farò qualche sproposito. (minacciandola
45 colla
spada)
RIDOLFO (con arme alla mano, corre in
difesa di Vittoria, e si presenta contro
Eugenio)
Che pretende di fare, padron mio? Che pretende? Crede, per aver quella spada,
di atterrir tutto il mondo? Questa povera donna innocente non ha nessuno che
la difenda, ma finché avrò sangue, la difenderò io. Anche minacciarla? Dopo
50 tanti strapazzi che le ha fatti, anche minacciarla? Signora, venga con me e non
abbia timor di niente. (a
Vittoria)
VITTORIA No, caro Ridolfo; se mio marito vuol la mia morte, lasciate che si soddisfaccia.
Via, ammazzami cane, assassino, traditore; ammazzami, disgraziato; uomo
senza riputazione, senza cuore, senza coscienza. (Eugenio
rimette la spada nel
55 fodero senza parlare,
mortificato)
RIDOLFO Ah, signor Eugenio, vedo che già è pentito, ed io le domando perdono, se
troppo temerariamente ho parlato. V. S. sa se le voglio bene, e sa cosa ho fatto
per lei, onde anche questo mio trasporto10 lo prenda per un effetto d'amore.
Questa povera signora mi fa pietà. È possibile che le sue lagrime non inteneriscano
60 il di lei cuore? (ad
Eugenio)
EUGENIO (Si asciuga gli occhi, e non
parla)
RIDOLFO Osservi, signora Vittoria, osservi il signor Eugenio. (piano a Vittoria) Piange,
è intenerito, si pentirà, muterà vita, stia sicura che le vorrà bene.
VITTORIA Lagrime di coccodrillo. Quante volte mi ha promesso di mutar vita! Quante
65 volte colle lagrime agli occhi mi ha incantata! Non gli credo più; è un traditore,
non gli credo più.
EUGENIO (freme tra il rossore e la
rabbia. Getta il cappello in terra da disperato, e senza
parlare va
nella bottega interna del caffè)