Il Trecento – L'autore: Francesco Petrarca

  LABORATORIO verso l'esame

La gola e ’l somno et l’otïose piume

Canzoniere, 7

Il poeta si rivolge a un amico per incoraggiarlo a studiare e a non curarsi della scarsa fortuna economica riservata alle lettere e alla filosofia.

       La gola e ’l somno et l’otïose 

       piume ànno del mondo ogni vertù sbandita, 

       ond’è dal corso suo quasi smarrita 

4    nostra natura vinta dal costume; 


       et è sì spento ogni benigno lume 

       del ciel, per cui s’informa humana vita, 

       che per cosa mirabile s’addita 

8    chi vòl far d’Elicona nascer fiume. 


       Qual vaghezza di lauro, qual di mirto? 

       Povera et nuda vai philosophia, 

11  dice la turba al vil guadagno intesa. 


       Pochi compagni avrai per l’altra via: 

       tanto ti prego piú, gentile spirto, 

14  non lassar la magnanima tua impresa.

COMPRENSIONE E ANALISI 

1 Fai la parafrasi del sonetto. 


2 Per quale ragione Petrarca vede l’umanità smarrire la retta via? 


3 Nella seconda strofa, il poeta depreca una conseguenza della corruzione dilagante: quale? 


4 Qual è l’obiettivo principale che si pone la gente comune? 


5 A che cosa si riferisce il poeta con l’espressione l’altra via (v. 12)? Perché quest’ultima non garantisce un nutrito seguito di compagni? 


6 Spiega il senso dell’appello che il poeta formula nell’ultima strofa.

INTERPRETAZIONE 

In questo componimento Petrarca deplora la crisi di prestigio della filosofia e della poesia presso i suoi contemporanei. Dopo aver riflettuto sull’immagine che il poeta dà della società del suo tempo, concentrati sulla tua epoca e ragiona sullo spazio che la nostra società riserva alla cultura. Ritieni che essa sia tenuta in adeguata considerazione oppure che sia troppo poco valorizzata rispetto ad altre attività? Esponi il tuo punto di vista facendo riferimento anche alle tue letture, conoscenze ed esperienze.

 >> pag. 381 

S’Amore o Morte non dà qualche stroppio

Canzoniere, 40

       S’Amore o Morte non dà qualche stroppio
       a la tela novella ch’ora ordisco,
       et s’io mi svolvo dal tenace visco,
4    mentre che l’un coll’altro vero accoppio,

       i’ farò forse un mio lavor sì doppio
       tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco,
       che, paventosamente a dirlo ardisco,
8    infin a Roma n’udirai lo scoppio.

       Ma però che mi mancha a fornir l’opra
       alquanto de le fila benedette
11  ch’avanzaro a quel mio dilecto padre,

       perché tien’ verso me le man’ sì strette,
       contra tua usanza? I’ prego che tu l’opra,
14  e vedrai rïuscir cose leggiadre.

COMPRENSIONE E ANALISI

1 Dopo aver fatto la parafrasi del testo, riassumine il contenuto in circa 5 righe. 


2 Nel componimento troviamo anche il motivo dell’amicizia: in quali versi? a quale proposito? 


3 A che cosa allude l’espressione tenace visco (v. 3)? 


4 A che cosa si riferisce la frase vedrai rïuscir cose leggiadre (v. 14)? 


5 Nei versi iniziali è presente una metafora legata al mondo materiale: quale? e perché è stata scelta? 


6 Quale funzione sintattica svolge la frase paventosamente a dirlo ardisco (v. 7)? In essa è presente una figura retorica: quale? 


7 Dal punto di vista metrico, di che tipo di componimento si tratta? Fornisci lo schema delle rime.

INTERPRETAZIONE 

In base alle tue conoscenze, ritieni questa poesia esemplare, dal punto di vista tematico e stilistico, del Canzoniere di Petrarca? Motiva la tua risposta, facendo possibilmente riferimento ad altri testi da te letti di questo autore.

 >> pag. 382 

La lettura richiede sempre silenzio e fatica

Partendo da alcuni stralci di lettere di Petrarca, lo studioso Nuccio Ordine (n. 1958) riflette sulle condizioni necessarie per uno studio capace di segnare profondamente la vita delle persone.

In una bellissima e famosa lettera familiare – datata 9 agosto 1352 e indirizzata a 

Francesco Nelli, priore della chiesa fiorentina dei Santi Apostoli – Petrarca ci regala 

profonde riflessioni sul tema della lettura. Il poeta racconta al suo interlocutore 

come sia riuscito a evitare di ricoprire la carica di segretario papale (offerta che già 

5 aveva respinto nel 1347). L’invito, infatti, a utilizzare uno stile dimesso (“Una sola 

cosa – diceva – era d’ostacolo: il fatto che il mio stile fosse troppo alto rispetto all’umiltà 

che esigeva la Curia”), diventa una preziosa occasione per opporre un netto 

rifiuto: se “qualcuno mi esortasse a salire più in alto, conosco la via per elevarmi”, 

ma “se mi si ordina di discendere da quel basso livello in cui mi trovo, non potrò 

10 mai obbedire”. Così Petrarca, nelle pagine finali, dipinge il ritratto ideale del lettore 

e del suo pubblico: “Se [chi mi legge] è preoccupato dei suoi affari, differisca la 

lettura: quando si avvicinerà ad essa, getti lontano da sé il peso delle sue faccende e 

la cura del patrimonio e volga la sua attenzione su ciò che ha sotto gli occhi”. E se 

“non gli garbano tali condizioni lasci perdere ciò che non fa per lui; io non voglio 

15 che studi nel momento stesso che si occupa d’altra”. La lettura, insomma, richiede necessariamente attenzione e sforzo (“non voglio che apprenda senza fatica ciò 

che non senza fatica io gli ho scritto”). Ricchi o potenti, non importa: nessuno può 

sfuggire a questo imperativo (“voglio che un papa o un re pongano nei miei scritti 

quella stessa attenzione che pone un qualsiasi altro lettore”). Con poche frasi, 

20 Petrarca spazza via quelle pedagogie edonistiche che hanno sfasciato la scuola e 

l’università, illudendo gli studenti che il sapere si possa acquisire per gioco e non 

con fatica. Un testo, un quadro, un brano musicale domandano silenzio, concentrazione, 

dedizione. Solo le “bellezze facili”, quelle che non lasciano un segno, 

possono essere consumate nel rumore e nella distrazione. 


Nuccio Ordine, Gli uomini non sono isole. I classici ci aiutano a vivere, La Nave di Teseo, Milano 2018

COMPRENSIONE E ANALISI

1 Con quale espediente Petrarca riesce a evitare un incarico sgradito? 


2 Quale condizione è reputata necessaria dal poeta affinché le sue opere vengano lette correttamente? 


3 Lo stato sociale del lettore costituisce, secondo Petrarca, una discriminante decisiva? Perché? 


4 Le citazioni petrarchesche vengono utilizzate da Nuccio Ordine a sostegno di una propria tesi. Quale? 


5 Che cosa intende l’autore quando parla di pedagogie edonistiche che hanno sfasciato la scuola e l’università? Quale giudizio complessivo emerge, da parte dell’autore, in merito all’odierno sistema di istruzione? 


6 Perché, a giudizio di Ordine, le “bellezze facili” non producono effetti significativi e duraturi?

PRODUZIONE

Il tema della solitudine emerge spesso nella produzione di Petrarca. Dopo esserti soffermato sul significato che esso assume nel Canzoniere o in altri testi da te studiati, rifletti sulle considerazioni di Nuccio Ordine intorno alla lettura e allo studio. Ritieni anche tu che la crescita intellettuale maturi solo con il silenzio e con la concentrazione? A quali condizioni è possibile dedicarsi proficuamente allo studio in una società, come la nostra, in cui siamo sottoposti a mille sollecitazioni (dai telefoni cellulari alla Rete)? Sviluppa la tua tesi facendo riferimento alla tua esperienza personale e all’osservazione della realtà che ti circonda.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 1
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 1
Dalle origini al Cinquecento