AGENDA 2030 - VITA SOTT’ACQUA

 AGENDA 2030 – VITA SOTT'ACQUA

IL PROBLEMA

Mari e oceani, che ricoprono gran parte del nostro Pianeta, rischiano di diventare una discarica di rifiuti. A questo si aggiungono una pesca sempre più sfrenata e la cementificazione delle coste: il risultato è la rottura del delicato equilibrio dell’ecosistema marino.
Bottiglie, sacchetti, palloni, scarpe…
Migliaia di tonnellate di rifiuti di ogni tipo vengono gettate ogni anno in mare.
Sostanze chimiche e rifiuti industriali
Rifiuti industriali e altre sostanze tossiche vengono scaricate direttamente negli oceani oppure nei fiumi che sfociano poi in mare.
Estrazione e trasporto di petrolio
Piattaforme di estrazione e navi petroliere, a causa di incidenti, rilasciano petrolio in mare.

Pesca intensiva
Migliaia di tonnellate di pesce vengono pescate ogni anno con pratiche distruttive e pericolose per la sopravvivenza di molte specie.
Cementificazione delle coste
Edifici, case e strutture turistiche occupano chilometri di coste con gravi danni per l’ecosistema.
DISTRUZIONE DELL’ECOSISTEMA MARINO

Gli oceani sono la culla della vita sulla Terra e la casa di centinaia di migliaia di specie animali e vegetali. Sono inoltre fondamentali per la vita dell’intero Pianeta perché producono il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbono il 30% dell’anidride carbonica emessa ogni anno nell’atmosfera. Le attività umane però stanno danneggiando gravemente il fragile equilibrio dell’ecosistema marino.

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LE CONSEGUENZE

DANNI AMBIENTALI

Distruzione degli habitat costieri, inquinamento, pesca intensiva e riscaldamento globale danneggiano la biodiversità marina, cioè vanno a ridurre la varietà di specie animali e vegetali che abitano gli oceani.

DANNI ALLA BIODIVERSITÀ

L’anidride carbonica prodotta dalle attività umane viene in parte assorbita dagli oceani provocando la loro acidificazione. Questo danneggia il fitoplancton, un insieme di piccoli organismi di cui si cibano moltissime specie di animali marini, che produce la metà dell’ossigeno presente nell’atmosfera.

DANNI PER LA SALUTE

L’inquinamento dei mari rappresenta una grave minaccia non solo per la biodiversità, ma anche per la nostra salute. La contaminazione da sostanze chimiche riguarda infatti anche il pesce che viene pescato e che portiamo sulle nostre tavole.

I TRAGUARDI 2030

✓ PULIAMO IL MARE

Prevenire e ridurre in modo significativo ogni forma di inquinamento che danneggia l’ecosistema marino.

✓ SALVIAMO I PESCI

Usare metodi di pesca rispettosi dell’ambiente e creare aree marine protette per la salvaguardia della biodiversità marina.

✓ PROTEGGIAMO LE COSTE

Tutelare dalla cementificazione l’ecosistema costiero, parte integrante dell’ambiente marino.

✓ DIFFONDIAMO CONOSCENZA

Promuovere la conoscenza scientifica, con lo scopo di salvaguardare la salute dell’oceano e di proteggere la biodiversità marina.

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IL CASO DI STUDIO

Un progetto virtuoso che può generare un cambiamento concreto nella direzione della sostenibilità e della giustizia.

GREENPEACE LANCIA “PLASTIC RADAR”

L’emergenza dell’inquinamento riguarda anche il mare che bagna la nostra penisola, quello in cui d’estate molti di noi fanno il bagno: il Mediterraneo. Uno dei problemi più gravi è la presenza di enormi quantità di rifiuti di plastica: secondo una ricerca del 2019 condotta dal WWF, ogni anno 570.000 tonnellate di questo materiale finiscono nelle acque del Mediterraneo; è come se venissero gettate in mare ogni minuto 33.000 bottigliette. Gli effetti negativi non riguardano solo l’ecosistema marino, ma anche la nostra salute: la plastica si decompone in piccole particelle e viene mangiata dai pesci che noi peschiamo o compriamo, arrivando così fin sulle nostre tavole.

Per far conoscere il problema dell’inquinamento da plastica nei nostri mari, Greenpeace, un’organizzazione impegnata nella protezione dell’ambiente dal 1971, ha lanciato Plastic Radar. Si tratta di un servizio per segnalare tramite Whatsapp la presenza di rifiuti in plastica che inquinano spiagge, mari e fondali. Per partecipare basta inviare una foto del rifiuto trovato in spiaggia o in mare al numero attivato da Greenpeace.
I dati raccolti vengono poi usati per mostrare a tutti la gravità del problema, in modo da spingere le grandi aziende a ridurre la produzione e l’utilizzo di bottigliette e imballaggi di plastica.

 Rimani connesso > plasticradar.greenpeace.it
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LE AZIONI

Alcuni consigli per poche, semplici azioni con cui iniziare a cambiare il nostro stile di vita e contribuire alla salute del Pianeta.

SPIAGGE PULITE IN SOLI 2 MINUTI

Tenere pulite le spiagge dovrebbe essere una cosa semplice, elementare. Quante volte, invece, ci capita di vedere bottiglie, lattine, sacchetti e altri rifiuti abbandonati sulla sabbia o addirittura in acqua?
Purtroppo, capita molto spesso. La soluzione è semplice e dipende da noi! Prima di tornare a casa dalla spiaggia, guardiamoci intorno, prendiamo un sacchetto, raccogliamo i rifiuti abbandonati e portiamoli nei bidoni. Quanto tempo impieghiamo per un’operazione di questo tipo? Due minuti al massimo... e il mare ci ringrazia di cuore!

SUSHI VEGETARIANO? CHE BONTÀ!
Negli ultimi anni il sushi, piatto tipico della cucina giapponese a base di riso e pesce, è diventato di moda e dal Giappone si è diffuso ovunque. Un piatto sicuramente prelibato che però può mettere a rischio la sopravvivenza di alcune specie di pesci.
Il tonno rosso, per esempio, è a rischio estinzione a causa dell’aumento del consumo di sushi in tutto il mondo. Anche in questo caso c’è una soluzione: hai mai provato un sushi vegetariano? Si può gustare in tante versioni ed è buonissimo!

IL CONFRONTO

Il cambiamento deve coinvolgere gli Stati, ma anche noi possiamo fare la nostra parte. Riflettere sulle nostre azioni e discuterne con gli altri è il primo passo.

LETTURA
Filippo Solibello
Stop plastica a mare
Mondadori

RICERCA
1 Ci dividiamo in gruppi di 4 o 5.
2 Andiamo su: www.wwf.it/plastica_nel_mediterraneo.cfm
3 Navighiamo sul sito e cerchiamo le risposte alle seguenti domande:
  • Chi sono i responsabili dell’inquinamento da plastica?
  • Cosa possiamo fare noi?
4 Il portavoce di ciascun gruppo racconta alla classe le informazioni raccolte.

AZIONE
1 Ci dividiamo in gruppi di 4 o 5.
2 Pensiamo ad alcune piccole azioni che possono aiutare a ridurre l’utilizzo della plastica a scuola.
3 Su un foglio facciamo un elenco con le azioni individuate dal gruppo.
4 Il portavoce di ciascun gruppo illustra le azioni proposte.
5 Cerco di trasformare i pensieri in azioni.

Geo2030 - volume 1
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L’Italia e l’Europa