L’uomo e la pianura

L’uomo e la pianura

La pianura, grazie alla scarsa pendenza del terreno, alla fertilità del suolo e alla frequente presenza di corsi d’acqua, è l’ambiente naturale più favorevole all’insediamento e alle attività umane e, di conseguenza, quello che è stato più intensamente trasformato dall’uomo.

DALLA FORESTA DI IERI... AI CAMPI DI OGGI

Al termine dell’ultima era glaciale, circa 12.000 anni fa, un uomo preistorico avrebbe potuto camminare dalla Spagna alla Russia senza mai lasciare l’ombra di frassini, tigli e querce, che ricoprivano tutto il continente europeo formando immense foreste di pianura, dove viveva una grande varietà di animali. Fin dai tempi antichi, però, molte aree pianeggianti sono state disboscate e bonificate dalle paludi per essere coltivate e abitate.
Oggi i paesaggi di pianura più diffusi sono paesaggi agrari 9: risaie, coltivazioni di cereali (frumento, mais) e foraggio per il bestiame, grandi stalle. Si pratica, nella maggior parte dei casi, un’agricoltura meccanizzata, che impiega macchinari, impianti di irrigazione e prodotti industriali, come pesticidi e fertilizzanti, per ottenere un raccolto abbondante.
Fanno eccezione le pianure dell’estremo Nord dell’Europa, coperte da foreste di conifere, oppure solo di muschi e licheni, dove le temperature sotto lo zero per gran parte dell’anno rendono impossibile l’agricoltura.
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CENTRI ABITATI E VIE DI COMUNICAZIONE

Il territorio pianeggiante rende più facile per l’uomo non solo coltivare, ma anche costruire case, fabbriche e vie di comunicazione per la circolazione di uomini e di merci.
Non è un caso che quasi tutte le grandi città europee, come Londra, Parigi o Milano, siano sorte in pianura, spesso sulle rive di fiumi navigabili che rappresentavano “strade d’acqua” fondamentali per il commercio.
I centri più importanti sono oggi collegati da autostrade 10 e reti ferroviarie, sfruttate anche dalle aree industriali e commerciali che si sono sviluppate lungo di esse.
Oltre alle grandi città, in pianura esistono anche altre forme di insediamento:
dai centri urbani medi e piccoli a paesi di campagna, fino a strutture più isolate legate all’attività agricola, come le cascine del Nord Italia o le masserie del Meridione.

  Un paesaggio cementificato

La facilità con cui l’uomo modifica l’ambiente della pianura ha un rovescio della medaglia. L’espansione continua delle città e delle zone industriali a scapito delle aree rurali e la realizzazione di nuove infrastrutture (vie di comunicazione, parcheggi e così via) stanno portando a una cementificazione indiscriminata: si costruisce, cioè, in modo sempre più massiccio, senza riguardo per l’ambiente naturale.
La cementificazione mette a rischio la sopravvivenza delle specie animali e vegetali ed è tra le cause principali dei disastrosi allagamenti che si verificano sempre più spesso in caso di forti piogge.
La pianura è inoltre l’ambiente maggiormente colpito dai problemi dell’inquinamento atmosferico, delle acque dei fiumi, dei laghi e delle falde acquifere (vedi pp. 136-139).

Geo2030 - volume 1
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L’Italia e l’Europa