FIUMI E LAGHI

CHE COSA SONO FIUMI E LAGHI

Il 97% dell’acqua presente sul nostro pianeta è salata mentre solo il 3% è acqua dolce; una parte di questa è l’acqua che scorre nei fiumi e si raccoglie nei laghi.

  • Un fiume è un corso d’acqua perenne, cioè che non è mai completamente asciutto.
  • Un lago è una distesa di acqua raccolta in una conca circondata dalla terraferma, detta bacino lacustre.

Come puoi vedere dallo schema in basso, il fiume nasce tra le montagne in un punto chiamato sorgente, poi scende a valle scavando il solco in cui scorre, chiamato alveo (o letto) ed è delimitato dalle sponde (o rive). Seguendo il corso, il fiume arriva alla foce, cioè al punto in cui le sue acque si gettano in mare, in un lago o in un altro fiume.


Un fiume che entra in un lago è detto immissario, un fiume che esce da un lago è detto emissario, mentre affluente è chiamato un fiume che si getta in un altro corso d’acqua.

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IL FIUME: DALLA SORGENTE ALLA FOCE

Il corso del fiume, dalla sorgente alla foce, può essere suddiviso in tre tratti:

  • Corso superiore. All’inizio il fiume appare come un piccolo corso d’acqua che sgorga dal terreno o si origina da un ghiacciaio; via via si ingrossa grazie all’apporto di altri ruscelli e torrenti fino ad arrivare ad avere l’aspetto di un vero e proprio fiume. Nel tratto iniziale, vicino alle montagne, il letto è in pendenza e le acqua scorrono velocemente erodendo il terreno formando cascate e scavando gole.
  • Corso medio. Nel tratto centrale la pendenza del terreno diminuisce e il fiume rallenta.
  • Corso inferiore. Nel tratto finale il fiume è in pianura e scorre lento. Crea ampie curve dette anse o meandri.

Se il corso di un fiume termina in mare, la sua foce può essere delta o a estuario.

Quanta acqua trasporta un fiume?

Durante l’anno un fiume può variare la sua portata, ossia la quantità di acqua che trasporta e che dipende dalle precipitazioni (pioggia o neve), dallo scioglimento delle nevi e dei ghiacciai. Si distingue tra una portata massima o di piena e una portata minima o di magra.


Le variazioni costituiscono il regime di un fiume:

  • quando l’acqua è abbondante in tutte le stagioni, si dice che il corso d’acqua ha un regime fluviale;
  • quando si alternano piene e magre, si parla di regime torrentizio.

Il bacino idrografico
Il territorio attraversato da un fiume e da tutti gli affluenti di cui raccoglie le acque costituisce il bacino idrografico di quel fiume. Il bacino idrografico è delimitato dal crinale dei monti da cui nascono il corso d’acqua principale e i suoi affluenti; sull’altro versante delle montagne, le acqua defluiscono in un’altra direzione e si raccolgono in un altro fiume.
Il crinale è chiamato linea spartiacque e indica il confine naturale che separa bacini idrografici diversi.

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Il fiume cambia se stesso
L’azione di erosione e sedimentazione modifica l’alveo del fiume: alcune anse si accentuano e altre si raddrizzano, i detriti trasportati possono fare avanzare la foce verso il mare, l’altezza di alcune cascate può diminuire per l’erosione; a volte interi tratti del corso di un fiume possono spostarsi perché le acqua scavano e trovano nuove vie.

Tanti tipi di lago

A seconda delle cause che ne determinano la formazione, vengono identificati diversi tipi di lago.

  • Laghi glaciali e vallivi. Nelle ere glaciali grandi masse di ghiaccio hanno eroso e schiacciato il terreno creando degli avvallamenti che, dopo il disgelo, si sono riempiti di acqua creando così i laghi glaciali. I laghi vallivi si sono formati al fondo di valli chiuse dall’accumulo di detriti trasportati dai ghiacciai e rimasti sul terreno dopo il disgelo.
  • Laghi di sbarramento. Si formano quando il corso di un fiume incontra un ostacolo, che può essere naturale, come una frana, o artificiale come le dighe.
  • Laghi tettonici. Hanno origine da fratture e sprofondamenti del suolo provocati dai movimenti delle placche terrestri e in seguito riempiti d’acqua.
  • Laghi vulcanici. Occupano crateri di antichi vulcani spenti, dove si è raccolta l’acqua piovana.
  • Laghi costieri. Si incontrano vicino alle coste marine, quando i detriti trasportati dalle onde formano dei cordoni che separano gli specchi di acqua dal mare, che li alimenta tramite brevi canali. La loro acqua è salmastra, cioè salata, ma con un grado di salinità inferiore a quella del mare.

La “breve” vita dei laghi
L’erosione e la sedimentazione trasformano anche i laghi: la sabbia, la ghiaia e i frammenti di rocce, che entrano insieme all’acqua dell’immissario, si accumulano per migliaia di anni sul fondo del lago causando il progressivo interramento. Questo processo è veloce per i laghi chiusi, cioè quelli che non hanno un emissario, che si riempiono di foglie, tronchi e organismi morti fino a trasformarsi prima in stagno, poi in palude e, infine, in torbiera (la torba è un terreno ricco di materiale vegetale decomposto).

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GUIDA ALLO STUDIO

Completa lo schema.

PAESAGGI NATURALI E ANTROPICI

Da sempre vicino ai fiumi e ai laghi sono sorti villaggi e città.


Nel corso della storia l’uomo ha infatti scelto di abitare in prossimità di fiumi e laghi sia perché garantivano il rifornimento di cibo attraverso la pesca, sia perché erano importanti fonti di acqua dolce, indispensabile per le attività quotidiane, per coltivare i campi e per allevare gli animali.


Per sfruttare al meglio la risorsa dell’acqua e per proteggersi dalle inondazioni, gli uomini hanno realizzato importanti interventi che hanno modificato profondamente l’ambiente di laghi e fiumi: argini per contenere le masse d’acqua; dighe per regolare la quantità d’acqua; canali per distribuire l’acqua sul territorio.

Hanno estratto dai fondali sabbia ghiaia, utilizzati poi nelle costruzioni.


L’eccessivo sfruttamento di questi ambienti però ha favorito il dissesto idrogeologico, che provoca frane e allagamenti; mentre la concentrazione di abitanti e industrie ha provocato l’inquinamento delle acque dei fiumi e dei laghi.

Geografia + facile - volume 1
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