T8 - Franco Arminio, Consigli semplici (da Resteranno i canti)
T8
Franco Arminio
Consigli semplici
- Tratto da Resteranno i canti, 2018
- Metro versi liberi
Il poeta ci dà una serie di avvertimenti, da applicare durante la giornata: lascia perdere le chiacchiere; visita i dintorni… Sono Consigli semplici, dice il titolo. Ma qual è il loro scopo? Ed è davvero così facile seguirli?
Audiolettura
Per prima cosa attenzione al luogo,
un pensiero che viene in un bosco
è diverso da un pensiero che viene in ascensore.
▶ Disertare le chiacchiere quanto più è possibile,
5 fanno sbiadire l’anima.
Essere entusiasti di se stessi, ogni tanto.
Procurarsi del tempo per visitare i dintorni.
Sentirsi in pericolo
e vivere sapendo che sei in pericolo.
10 Rivelarsi, sanguinare,
mostrare miserie non visibili a occhio nudo.
Badare alla propria lingua.
Capire che la questione non è farsi spazio
nel mondo, ma sentire
15 lo spirito che c’è in ogni spazio.
Franco Arminio, Resteranno i canti, Bompiani, Milano 2018
A tu per tu con il testo
In molti ci danno indicazioni, quando siamo giovani, su che cosa fare e che cosa non fare: i più grandi, pensando al nostro bene, ci spingono a osare o a darci una calmata; i mezzi di comunicazione, secondo le tendenze del momento, ci propongono modelli di successo; gli amici e il mondo dei social ci indicano come risultare sempre più simpatici e ammirati. Chi ascoltare? Quali consigli seguire? Vogliamo davvero essere, come chiedono gli altri, sempre vincenti? Sempre pronti e decisi? Alle pressioni continue della società, che ci vuole competitivi ed efficienti, la poesia può procurare una inaspettata forma di resistenza: con la franchezza di un’amica disinteressata, suggerisce modi diversi di comportarci. È una prospettiva strampalata? Ci sembra un poco folle e senza senso? Bene, è proprio così: la poesia spiazza le nostre consuete aspettative per mostrarci, passato lo stupore iniziale, la vacuità di tante cose che ci circondano, e ci richiama, con la sua parola fuori dal coro, a un modo più autentico di stare nel mondo.
Analisi
Avete mai letto un libretto di istruzioni? O il foglietto di un medicinale? O una ricetta di cucina? I testi prescrittivi hanno lo scopo di guidare le azioni di chi li legge: non prendere la pillola prima dei pasti; attendere che l’olio sia ben caldo; spegnere e riaccendere il dispositivo. Rivolte ad ambiti diversi, tutte queste indicazioni contengono però un verbo all’infinito: è l’infinito “iussivo”. La parola deriva dal latino iubere, un verbo che significava “comandare”, “ordinare”, “prescrivere”: questo infinito dà ordini e indicazioni generali lasciando indeterminata la persona che li eseguirà.
Quasi ogni verso di questa poesia contiene un infinito iussivo: siamo di fronte a un testo prescrittivo? I poeti giocano con le regole della lingua, e le reinventano per i loro scopi espressivi e artistici: quindi sì, è un testo prescrittivo e nello stesso tempo no, non lo è. I consigli del poeta usano sì la forma del regolamento, ben nota e conosciuta, ma i veri regolamenti sono univoci e chiari mentre qui, invece, il contenuto è sorprendente. Sta dunque a noi lettori interpretarlo e farlo nostro.
Laboratorio sul testo
Comprendere
1. Che cosa chiede il poeta? Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a) Di fare attenzione a dove pensiamo le cose, oltre che a cosa pensiamo.
- V F
b) Di prestare attenzione a quel che si dice in giro, perché ci dà utili informazioni.
- V F
c) Di essere costantemente entusiasti della nostra unicità irripetibile di individui.
- V F
d) Di investire del tempo prezioso per conoscere il luogo in cui siamo.
- V F
e) Di mostrarsi sempre sicuri di se stessi e delle proprie scelte.
- V F
f) Di chiudersi all’altro, per preservare la nostra sicurezza, bene supremo.
- V F
g) Di fare attenzione alle parole che diciamo o che scriviamo.
- V F
h) Di non cercare di mettere sempre se stessi davanti a tutto e tutti.
- V F
2. mostrare miserie non visibili ad occhio nudo (v. 11): che cosa significa questa espressione?
- a Andare fieri dei propri difetti, perché sono quelli che ci distinguono dalla massa.
- b Non nascondere al prossimo anche le nostre debolezze, perché ci aiuterà a stabilire rapporti più autentici con chi è vicino a noi.
- c Non avere paura di diventare poveri, perché non abbiamo bisogno dei beni materiali per vivere bene.
- d Nessuna delle risposte precedenti.
3. La frase Badare alla propria lingua (v. 12) integra il significato di una delle frasi precedenti, perché entrambe hanno a che fare con il linguaggio. A quale frase fa riferimento?
Analizzare e interpretare
4. La divisione in versi rispetta la sintassi?
- a Sempre.
- b Mai.
- c Quasi sempre.
- d Quasi mai.
5. Come definisci il ritmo della poesia?
- a Impetuoso, come un cavallo al galoppo.
- b Solenne, come un corale religioso.
- c Cadenzato, come una marcia o una danza ben scandita.
- d Non c’è un ritmo riconoscibile, perché sembra un testo in prosa.
6. Associa alle seguenti espressioni la figura retorica corrispondente.
- a) fanno sbiadire l’anima
- b) Essere entusiasti di se stessi
- c) Sentirsi in pericolo / e vivere sapendo che sei in pericolo
- d) Rivelarsi, sanguinare, / mostrare
- e) mostrare miserie non visibili
1) Epifora.
2) Metafora.
3) Asindeto.
4) Allitterazione.
5) Ossimoro.
Scrivere correttamente
7. Non tutti gli infiniti del testo danno degli ordini. Trova gli infiniti iussivi e trasformali in imperativi: prima alla seconda persona (tu), poi alla terza persona (lei), poi alla seconda persona plurale (voi).
Produrre
8. Scrivere per descrivere Procurarsi del tempo per visitare i dintorni, dice l’autore. In quale contesto è collocata la tua scuola? È in una città? In un paese? In centro? In periferia? Che cosa c’è vicino? Uffici e negozi? Ferrovia? Parchi? Descrivi, immaginando di parlare con qualcuno che non ci è mai stato, i dintorni del luogo dove ti rechi ogni giorno per studiare (massimo 10 righe).
P@ROLE IN RETE
Il poeta ci invita a sentirci in pericolo (v. 8) e, con queste parole, ci esorta ad abbassare le difese. Sei d’accordo con la sua esortazione oppure la pensi diversamente? Immagina di scrivere una e-mail di circa 100 parole a Franco Arminio, in cui gli dici di avere letto la sua poesia e gli spieghi perché sei o non sei d’accordo con lui.
La dolce fiamma - volume B plus
Poesia e teatro - Letteratura delle origini