Le storie disegnate da Zerocalcare (pseudonimo di Michele Rech, n. 1983) descrivono con umorismo ansie e passioni di un giovane del nostro tempo, immerso in una Roma di periferia, amatissima e insostenibile allo stesso tempo. Zero racconta di cotte travolgenti per ragazze strane, serate a bere birra con gli amici storici, problemi con la linea telefonica, scadenze di lavoro impossibili da rispettare, notti spese davanti a una serie tv, e dei mille dubbi riguardo alle tante decisioni che ogni giorno ci chiama a prendere.
Vivere nella società moderna è difficile. Ecco allora che compare l’Armadillo, amico e alter ego del protagonista, o meglio una proiezione della sua coscienza, sempre pronto a distribuire consigli, dai quali nascono spassose discussioni in romanesco.
Le sue «profezie» infatti, come scrive l’autore, non sono altro che previsioni ottimistiche basate «su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi», destinate «ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli». Ma è inutile cercare di metterlo a tacere: chiusi in una stanza, con i tappi alle orecchie, ancora sentiamo una vocina erompere dentro di noi… a ciascuno il suo armadillo.