Per ogni fine c’è un nuovo inizio

SECONDA PROVA SCRITTA TEMA DI SCIENZE UMANE Per ogni fine c è un nuovo inizio prima parte documento 1 Il rapporto con la fine della vita è vissuto con modalità specifiche e differenti nelle diverse culture. La psichiatra Elisabeth K bler-Ross, nel suo studio sui malati terminali, spiega il percorso psicologico che la persona destinata a morire attraversa e mette in evidenza la crescente disumanizzazione della nostra società nell accompagnamento alla morte. Il secondo documento fa riferimento a un seminario tenuto dalla psicoterapeuta Carmen Vazquez Bandin, durante il quale la stessa ricorda la naturalità del lutto come processo e l importanza di includere nell arcobaleno della vita anche il colore nero; l autrice suggerisce inoltre modalità terapeutiche adatte ad accompagnare anche i più piccoli in questo delicato momento. Il candidato, avvalendosi anche della lettura e analisi dei documenti riportati, tratti la problematica del fine vita nella cultura occidentale, illustrando le azioni messe in campo dalla società, anche in termini educativi, a supporto del morente e dei suoi familiari. Penso che siano molte le ragioni per cui evitiamo di affrontare la morte con calma. Uno dei fatti più importanti è che oggi morire è per molti aspetti più spaventoso, cioè più solitario, più meccanico, più disumanizzato; qualche volta è difficile perfino determinare tecnicamente il momento in cui è avvenuta la morte. Il morire diviene desolato e impersonale perché il malato è spesso allontanato dall ambiente familiare e portato in fretta al pronto soccorso. [ ] Quando un paziente è seriamente ammalato, spesso è trattato come una persona che non abbia alcun diritto di avere un opinione. spesso qualcun altro che decide se e quando e dove un paziente dovrebbe essere ricoverato in ospedale. Ci vorrebbe così poco a ricordare che la persona malata ha dei sentimenti, dei desideri e delle opinioni e soprattutto ha il diritto di essere ascoltato. [ ] Forse dovremmo chiederci: stiamo diventando meno umani o più umani? [ ] chiaro che qualunque sia la risposta, il malato soffre di più, non forse sotto l aspetto fisico, ma psicologico. E quello che è cambiato attraverso i secoli non sono i suoi bisogni, ma la nostra capacità di soddisfarli. Elisabeth K bler-Ross, La morte e il morire, Cittadella Editrice, Assisi 1984, pp. 16-18 documento 2 Il lutto fa riferimento alla perdita di una persona che si ama. La polarità del lutto non è la vita, ma l amore. Non c è lutto senza amore. Il lutto è un percorso naturale della vita e compito del terapeuta è accompagnare in questo percorso naturale, sostenere la persona ad affrontare la sofferenza fino a ritrovare i colori della vita includendo il nero . [ ] Compito degli adulti dovrebbe essere quello di sostenere i bambini a fare della morte una parte della vita, essi invece incontrano spesso due tipi di difficoltà: non sanno parlarne con un bambino e non sanno adeguarsi al tipo di pensiero che ha il bambino a seconda della fase evolutiva in cui si trova. Il risultato è che spesso il bambino rimane da solo e senza risposte per le domande che in vari modi esprime. Con VERSO L ESAME | Tema di Scienze umane | 339

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane