T1 - William Atkinson e Ernest Hilgard, I limiti etici

PAROLA D AUTORE | T1 William Atkinson e Ernest Hilgard Introduzione alla psicologia, Piccin, Padova 2017, p. 25 I limiti etici della ricerca Con il passare dei decenni ci si è resi conto che non sempre un progetto sperimentale è praticabile perché potrebbe indurre gravi conseguenze per i soggetti che vi si sottopongono. Per questa ragione non tutti gli esperimenti su esseri umani (o su animali) sono consentiti. Nel seguente brano gli autori evidenziano quali sono le caratteristiche che un esperimento deve presentare perché possa essere eticamente corretto. Il primo principio che governa il trattamento etico dei partecipanti umani è quello del minimo rischio. Nella maggior parte dei casi, i rischi anticipati dalla ricerca non devono essere superiori a quelli che si corrono nella vita quotidiana. Ovviamente una persona non deve essere esposta a danni e lesioni fisiche, ma decidere quanto stress psicologico è moralmente giustificato in un progetto di ricerca può non essere così semplice. Nella vita quotidiana, naturalmente, le persone possono essere maleducate, bugiarde o mettere in ansia gli altri. Ma sotto quali circostanze è moralmente giustificabile che un ricercatore tratti i partecipanti in tal modo per soddisfare gli obiettivi del progetto di ricerca? questo il tipo di quesiti che devono porsi le commissioni interne di controllo, caso per caso. Il secondo principio che governa il trattamento etico dei partecipanti umani è quello del consenso informato. I partecipanti devono conoscere in anticipo tutti gli aspetti dello studio che potrebbero influenzare la loro volontà di cooperare e, dopo queste spiegazioni, devono scegliere liberamente di aderire al progetto di ricerca: inoltre, devono aver la possibilità di ritirarsi dallo studio in qualsiasi momento, senza alcuna conseguenza. [ ] 328 | SEZIONE 3 | Società, lavoro e ricerca Il terzo principio etico relativo alla ricerca è il diritto alla riservatezza. Le informazioni su una persona acquisite durante uno studio devono restare confidenziali e non essere accessibili ad altri senza il consenso esplicito del diretto interessato. Una pratica comune consiste nel separare i nomi e altre informazioni utilizzate per identificare i partecipanti dai dati raccolti nello studio. Questi dati vengono quindi identificati solo tramite codici o numeri. In questo modo nessun altro al di fuori dello sperimentatore può sapere in che modo ha risposto un partecipante particolare. Un altro espediente comune è quello di pubblicare solo dati aggregati, per esempio dati medi stimati su tutti i partecipanti dello stesso gruppo o condizione. Con questa accortezza, si protegge ulteriormente la riservatezza dei singoli partecipanti alla ricerca. Rispondi 1. Che cosa intendono gli autori con il principio del minimo rischio ? 2. Che cos è il diritto alla riservatezza ?

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane