1 - La vita prima della nascita: il bambino nel corpo materno

1. La vita prima della nascita: il bambino nel corpo materno

1.1 PREDISPOSIZIONE GENETICA ED ESPERIENZIALE

Una madre non fa alcuna fatica nel distinguere i propri figli l’uno dall’altro, non solo da un punto di vista fisico, ma anche per il modo con cui, fin dalla nascita, ciascuno di essi si rapporta con lei e con gli altri. C’è chi si muove in continuazione e dimostra curiosità, chi si sveglia solo per mangiare, chi apprezza lo stare in braccio anche di estranei e chi, invece, si tiene alla larga dal contatto umano.

Queste differenze, soprattutto riguardo al modo con cui il neonato reagisce agli impulsi che provengono dall’esterno, sono riscontrabili addirittura fin dal quinto mese di gestazione. Attraverso un’ecografia, infatti, è possibile notare, per esempio, se e come si muove il feto in seguito a uno spostamento della madre o dopo aver percepito un rumore. Se il movimento è rapido e frequente, è molto probabile che quel bambino, una volta nato, sarà più reattivo degli altri: è una caratteristica psicorelazionale che la madre potrà percepire fin dai primi momenti mentre per tutti gli altri sarà visibile solo con il passare degli anni.

A un determinato approccio di un neonato a uno stimolo corrisponde una diversa risposta dalla realtà esterna e, in particolare, da parte di chi si prende cura di lui. La predisposizione genetica a reagire e l’esperienza qualitativa che facciamo degli stimoli esterni, un tempo considerate contrapposte, sono le due direttive dello sviluppo psichico di ciascuno di noi: siamo programmati fin dalla nascita secondo una struttura dai confini ben definiti e, tenuto conto delle nostre potenzialità, ci formiamo reagendo a un insieme di impulsi e affetti che provengono dall’esterno.

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1.2 LE LEGGI DELLO SVILUPPO

Le modalità di sviluppo sono diverse per ciascun individuo, ma è possibile individuare specifiche fasi del percorso evolutivo, via via più ricche e complesse, governate da leggi generali uguali per tutti. Ciò è evidente se si pensa allo sviluppo biologico – dell’embrione, del feto e poi del bambino – rispetto al quale i cambiamenti evolutivi sono per lo più interni e indipendenti dall’ambiente; il discorso si complica nel caso dello sviluppo psichico, sul quale incidono cambiamenti derivanti dall’incontro mutevole tra ambiente e organismo.

È ormai accertato come nei neonati e nell’infanzia le fasi dello sviluppo siano uguali e regolari, il che ne facilita l’analisi e l’approfondimento. Ciò si verifica perché i cambiamenti che interessano i più piccoli sono principalmente maturativi, quindi poco influenzati dall’ambiente: si pensi allo stare seduto o al camminare. Ciò non significa che “tutti i bambini sono uguali fra loro”: a essere identiche, infatti, sono solamente le caratteristiche del loro sviluppo, come, per esempio, la stessa sequenza di comportamenti motori prima di cominciare a camminare.

È con l’adolescenza che le differenze fra un individuo e l’altro si fanno più marcate. I fattori esterni, variabili per natura, come le esperienze o i traumi, hanno un impatto sempre maggiore sulla regolarità dello sviluppo. Le somiglianze legate all’età, infatti, perdono rilevanza rispetto alle differenze che si sono accumulate nel corso della vita.

Il medico e psicologo Renzo Canestrari (1924-2017) e il professore di psicologia generale Antonio Godino propongono una metafora ferroviaria per spiegare meglio questo concetto.

L’individuo è immaginabile come un treno, mentre lo sviluppo dell’individuo corrisponde metaforicamente al percorso seguito dal treno lungo la strada ferrata. I primi secondi e i primi minuti trascorsi dalla partenza (= dalla nascita) sono per forza uguali per qualunque treno che sia in grado di partire e procedere normalmente (che sia cioè “normale” e “sano”). Ben presto, dopo aver superato i primi scambi (fattori esterni/ambientali), è possibile vedere che alcuni treni prendono un percorso, altri uno diverso. Qualche treno è più veloce, altri fanno molte soste, altri si fermano per dei guasti. Più tempo passa dalla partenza e più aumentano i fattori esterni […] (orari, semafori, ritardi di altri convogli, scioperi ecc.), che possono influire sul viaggio del treno ed è sempre meno facile prevedere in che punto si trovi ogni singolo treno.

Da ciò deriva che non è possibile fare previsioni sullo sviluppo di un individuo utilizzando il solo criterio del tempo trascorso dalla nascita, ossia l’età cronologica.

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1.3 LA VITA DENTRO LA PANCIA DELLA MAMMA

Subito dopo il concepimento, il feto è esposto a fattori ambientali grazie al rapporto simbiotico con l’organismo materno. L’utero, infatti, non solo protegge e nutre il nascituro, ma trasmette anche, attraverso il sangue, una serie di agenti che possono lasciare tracce sullo sviluppo. Nello sviluppo prenatale è possibile distinguere tre fasi, successive all’impianto dell’ovulo.
  1. 1 La prima prende il nome di ▶ morula ed è caratterizzata dalla formazione di un gruppo di cellule che si ingrandisce rapidamente.
  2. 2 La seconda è detta embrionale e copre il periodo intercorrente fra la terza e la quattordicesima settimana di gestazione (l’inizio della gravidanza si calcola dal primo giorno dell’ultimo flusso mestruale): in questa fase le cellule cominciano a differenziarsi, avviando la formazione sia delle regioni corporee che del tessuto muscolare e nervoso. Verso la fine della fase embrionale, gli occhi, che fino a quel momento erano collocati ai lati della testa, come negli uccelli, cominciano a spostarsi verso la parte anteriore del capo per assumere quella che sarà la disposizione parallela tipica dei mammiferi.
  3. 3 La terza fase, infine, prende il via al terzo mese compiuto di gravidanza: è detta fetale perché attiene allo sviluppo, dentro l’utero materno, del feto, ossia di quell’organismo completo di tutti gli organi ma non ancora idoneo alla sopravvivenza al di fuori dell’utero stesso.

I movimenti del feto possono essere avvertiti dalla madre dal quarto mese; dal sesto, invece, il feto riuscirà ad alternare sonno e veglia, aprendo e chiudendo gli occhi e distinguendo fra luce e buio. Tra la ventiseiesima e la ventottesima settimana sarà in grado di sopravvivere anche in caso di nascita prematura (il bambino è a termine se nasce dalla trentottesima settimana in poi). Nelle ultime settimane aumenta il tono muscolare, si regola il meccanismo di respirazione e si consolida il riflesso della suzione.

per lo studio

1. Per quale motivo lo sviluppo si differenzia a partire dall’adolescenza?

2. Quali sono le tre fasi dello sviluppo prenatale?


  Per discutere INSIEME 

Come abbiamo visto, lo sviluppo psicomotorio nelle primissime fasi di vita segue le stesse tappe per tutti. Chiedete a casa a che età avete cominciato a parlare e a camminare e confrontatevi fra compagni per verificare se le risposte coincidono o divergono.

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane