VERSO LE COMPETENZE

VERSO LE COMPETENZE

CONOSCENZE

1 Scegli il completamento corretto.


a. La sintonizzazione affettiva favorisce nel bambino piccolo:

  • 1 soprattutto lo sviluppo delle capacità affettive.
  • 2 soprattutto lo sviluppo delle capacità percettive.
  • 3 lo sviluppo delle capacità percettive, sensomotorie, cognitive e affettive.


b. La “didattica capovolta” è un metodo d’insegnamento:

  • 1 riservato a bambini con ritardo mentale.
  • 2 adeguato a ogni bambino.
  • 3 riservato a bambini con disturbi specifici dell’apprendimento.


c. In preadolescenza comportamenti violenti denotano in genere:

  • 1 incapacità di affrontare i compiti della crescita.
  • 2  il precoce raggiungimento dell’età adulta.
  • 3 sicurezza in se stessi.


d. Le forme di autolesionismo in adolescenza sono dovute spesso a:

  • 1 desiderio di attirare l’attenzione.
  • 2 tentativo di spostare sul corpo un dolore psichico.
  • 3 volontà di colpevolizzare gli altri.

2 Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).


a. I bambini possono manifestare volontà di evitare l’attenzione della madre.

  •   V       F   

b. I disturbi dello spettro autistico sono causati dalla mancata sintonizzazione affettiva della madre.

  •   V       F   

c. I disturbi dell’apprendimento non sono dovuti a patologie neurologiche.

  •   V       F   

d. La brevità degli esercizi è uno strumento compensativo di aiuto ai ragazzi con Dsa.

  •   V       F   

e. Disgrafia e disortografia sono sinonimi.

  •   V       F   

f. L’esclusione dal gruppo non è considerata bullismo.

  •   V       F   

3 Completa le frasi utilizzando le espressioni e i termini elencati di seguito.


origine neurobiologica insegnamento maltrattamento attaccamento apprendimento


a. In presenza di forme di .............................. nel bambino possono svilupparsi disturbi dell’...............................

b. I disturbi dell’.............................. hanno .............................. ed ereditaria e possono essere affrontati con metodi d’.............................. non tradizionali.

LESSICO

4 Fornisci una definizione per ognuna delle seguenti parole o espressioni.


a. Caregiver

b. Sintonizzazione selettiva

c. Comorbidità

d. Flipped classroom

e. Mappa mentale

f. Cutting

g. Evitamento

h. Sintonizzazione affettiva

i. Teoria della mente

l. Gioco simbolico

ESPOSIZIONE ORALE

5 Rispondi oralmente alle seguenti domande.


a. In che senso la sintonizzazione affettiva pone le basi per l’acquisizione di una teoria della mente?

b. Quali sono le cause dei disturbi specifici dell’apprendimento?

c. In che cosa consiste la “didattica capovolta”? A chi si rivolge?

d. Che cosa sono le misure compensative e in che cosa si differenziano da quelle dispensative?

e. Quali sono le caratteristiche del bullismo? Spiega che cosa lo distingue da più semplici episodi di conflitto quotidiano fra pari.

f. Quali sono i differenti significati psicologici che le forme di autolesionismo assumono nei ragazzi e nelle ragazze?

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ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO

6 Leggi il brano riportato di seguito, tratto dal romanzo Ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti, pubblicato nel 1999. Tra i protagonisti c’è Pietro Moroni, ragazzino di 12 anni che vive in una cittadina toscana (immaginaria), Ischiano Scalo. Il romanzo inizia con i risultati scolastici di fine anno e si sviluppa con un flashback che porta il lettore indietro di qualche mese alla scoperta delle vicende dell’anno appena trascorso che hanno portato il protagonista alla bocciatura. Pietro è un ragazzo introverso, sognatore, un timido studente di scuola media, figlio di una famiglia molto problematica, innamorato della sua compagna di classe, Gloria. Da anni è perseguitato da un gruppetto di bulli che lo coinvolgono, suo malgrado, in un atto teppistico nella sua scuola. Dopo la lettura, rispondi alle domande.


In lontananza, a un centinaio di metri, avanzavano zigzagando tre luci fioche. Scomparivano e riapparivano.

Risate.

Biciclette.

– Cinghialo…

Chi può essere a quest’ora?

Rallentò

– …tto non andare…

A quest’ora, nessuno va più in bicicletta, tranne

– …via…

loro.

Addio record.

No. non sono loro

Avanzavano piano. tranquilli.

– E E E EHHHH EE E EEHHHHH EH EH EH.

Sono loro.

Quella risata del cavolo, stridula come un’unghiata sulla lavagna e balbettante come il raglio di un asino, odiosa, fuori luogo e forzata…

Bacci

Il respiro gli morì in gola.

Bacci.

Solo quell’idiota di Bacci rideva così. Perché per ridere così bisognava essere idioti come Bacci.

Sono loro. Mannaggia la miseria

Pierini.

Bacci.

Ronca.

L’ultima cosa al mondo che ci voleva in quel momento.

Quei tre lo volevano vedere morto. E la cosa più assurda era che Pietro non sapeva perché.

Perché mi odiano? Io non gli ho fatto niente.

Se avesse saputo che cos’era la reincarnazione, avrebbe potuto credere che quei tre fossero spiriti maligni che lo punivano per qualcosa che aveva commesso in un’altra vita. Ma Pietro aveva imparato a non lambiccarsi a lungo sul perché la sfortuna perseguitava con quella costanza.

Tanto non serve a niente, alla fine. Se le botte te le devi prendere, le prendi e basta.

A dodici anni Pietro aveva deciso di non perdere troppo tempo a ricamare sul perché delle cose. Era peggio. I cinghiali non si chiedono perché il bosco brucia, i fagiani non si chiedono perché i cacciatori sparano.

Scappano e basta.

È l’unica cosa da fare. In casi come questi devi telare più veloce della luce e se non puoi, se ti mettono in un angolo, allora ti devi chiudere come un riccio e lasciarli sfuriare fino a che non sono soddisfatti, come la grandine che ti colpisce durante una passeggiata in campagna.

Ma ora che faccio?

Prese in considerazione rapidamente le varie possibilità.

Nascondersi e lasciarli passare.

Certo poteva nascondersi nei campi e aspettare.

Pensa che bello essere invisibile. Come la femmina dei Fantastici Quattro. Ti passano davanti e non ti vedono. Il massimo. Oppure, ancora meglio, non esistere nemmeno. Non esserci proprio. Non essere nemmeno nato.

(Piantala. Pensa!)

Mi nascondo nel campo.

No, era una stronzata. Lo avrebbero visto. E se ti beccano che ti nascondi come un coniglio sono guai seri. Se gli fai vedere che hai paura, è veramente la fine.

Forse la cosa migliore era tornare indietro. Scappare fino al circolo dell’Arci. No. Lo avrebbero inseguito. Come lui aveva visto i loro fari, loro avevano visto il suo. E per quei ritardati mentali non c’era niente di più divertente di una bella caccia notturna al Cazzone.

Li faceva felici.

Un inseguimento?

Sapeva di essere veloce. Più veloce di chiunque altro della scuola, ma se gareggiava perdeva. E ora, oltretutto era sfinito.

Era sfinito, aveva le gambe a pezzi e i polpacci duri come il legno.

Non avrebbe retto a lungo. Avrebbe mollato e allora…

L’unica cosa era andare avanti, (apparentemente) tranquillo, passargli accanto, salutarli e sperare che lo lasciassero in pace.

Sì, devo fare così.

Oramai erano a cinquanta metri. Avanzavano rilassati, parlando e ridendo e si stavano probabilmente chiedendo di chi fosse quella bicicletta che arrivava. Ora sentiva la voce bassa di Pierini, quella in falsetto di Ronca e la risata di Bacci.

Tutti e tre.

In formazione di battaglia.

Dove stavano andando?

Sicuramente a Ischiano Scalo, al bar, dove possono andare?


N. Ammaniti, Ti prendo e ti porto via, Mondadori, Milano 1999


a. Come si sente Pietro accorgendosi della presenza di Pierini, Bacci e Ronca?

b. Secondo Pietro perché i tre bulli ce l’hanno con lui?

c. Come decide di affrontare la situazione?

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane