DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Il gusto della distinzione Questo gruppo di ricordi condensa i princìpi ai quali Guicciardini si richiama costantemente in tutta la sua opera. In particolare, il ricordo 6 fissa in modo solenne una premessa di metodo essenziale: il rifiuto di ogni regola nel parlare delle cose del mondo e il richiamo alla distinzione e eccezione per la varietà delle circunstanze. Le disquisizioni storiche rappresentano per l autore esercizi accademici, del tutto inutili a comprendere il carattere mutevole della realtà: sarà la discrezione, e non la conoscenza libresca, a determinare la capacità del singolo di orientarsi nell azione quotidiana. Il dominio della casualità La Storia per Guicciardini rappresenta una imprevedibile catena di eventi che può essere studiata solo caso per caso (ricordo 186). Nessun sistema può fare dunque da bussola: in questo mondo senza regole, soppesare le differenze, cogliere la natura dell eccezione, conoscere una realtà così sfuggente è un impresa assai ardua. Lontano ormai dalla rinascimentale fiducia nella forza dell intelletto, dinanzi agli aspetti di una realtà torbida e contraddittoria Guicciardini è costretto a dichiarare lo scacco della ragione, incapace di elaborare strumenti di orientamento e regole universali di condotta valide una volta per tutte. Ciò spiega perché sia sbagliato affidarsi allo studio del passato: giudicare per gli essempli (ricordo 117) è del tutto inutile. Coloro che a ogni parola allegano e Romani (ricordo 110), comportandosi come prescrivono i suggerimenti di Machiavelli, si fondano su un principio fallacissimo (ricordo 117): che gli avvenimenti di ieri possano offrire oggi regole puntuali, nell illusoria convinzione che la storia sia magistra vitae (maestra di vita), cioè fonte di insegnamento. Lo scopo dell uomo saggio: il «particulare Nel ricordo 66 troviamo invece enunciata l altra idea centrale del pensiero guicciardiniano, il «particulare : dalla lezione offerta dall esperienza sappiamo che gli uomini amano travestire con nobili idealità la ricerca di una migliore condizione personale, di quel tornaconto, cioè, che Guicciardini interpreta come l unico, vero movente delle azioni umane. Tuttavia, l interesse soggettivo non va inteso, secondo il pensatore fiorentino, in un ottica utilitaristica o mercantile: non l arricchimento (commodo pecuniario, ricordo 218) deve essere perseguito, ma lo stimulo ardente (ricordo 118) dell onore e della buona reputazione, che consiste indubbiamente nel beneficio proprio e della propria famiglia, da estendere però anche a quello collettivo, del prossimo, dello Stato. 724 / UMANESIMO E RINASCIMENTO Luigi Cartei, Statua di Francesco Guicciardini, XIX secolo. Firenze, Galleria degli Uffizi.
Letteratura attiva - volume 1
Dalle origini al Cinquecento