curare loro, agli occhi della gente, danno, sconcio, vergogna (rr. 26-27); in altre parole una relazione illecita della sorella potrebbe danneggiare i loro affari. C è però anche un altra ragione, di tipo sociale: Lorenzo per quanto loro uomo di fiducia (tutti i lor fatti guidava e faceva, rr. 9-10) è soltanto un lavoratore dipendente , un salariato , mentre loro sono i padroni, i proprietari del fondaco. Essi rappresentano, cioè, un agiata famiglia di mercanti e, se mai decidessero di maritare la sorella, vorrebbero come cognato un uomo di ceto più alto: in questo senso potrebbe emergere, da parte di Boccaccio, una critica all estremizzazione della «ragion di mercatura , una logica puramente economica quale metro di giudizio dei fatti e criterio dei comportamenti, che, se non moderata da altre considerazioni, può produrre risultati aberranti. C è anche chi, attraverso una lettura psicanalitica della novella, ha ipotizzato un legame potenzialmente incestuoso, seppure su un piano latente, tra i fratelli e Lisabetta: essi, che la considerano una loro proprietà , sarebbero gelosi di ogni altro uomo interessato a lei (per questo non le avrebbero ancora trovato marito) e quindi pronti a preservarne con ogni mezzo la vagheggiata purezza . La sottomissione femminile Ciò che appare certo è che la condizione della donna per come emerge dalla novella è di assoluta sottomissione al potere maschile, un potere con il quale peraltro appare impossibile comunicare. Se Lisabetta è ancora nubile, è perché i fratelli non l hanno ancora maritata: nell orizzonte sociale in cui si colloca il racconto, non è evidentemente contemplata la possibilità per una ragazza di scegliersi il futuro sposo. Quando Lisabetta chiede loro notizie di Lorenzo, essi la zittiscono bruscamente. Prima di uscire a fare una passeggiata, deve domandare loro il permesso (avuta la licenzia d andare alquanto fuor della terra a diporto, r. 56). Di fatto in tutta la novella non troviamo citate le parole di Lisabetta: il suo silenzio, accompagnato dal pianto, è il segno più forte della sua subalternità agli uomini di casa. Va notato però che l esito della vicenda evidenzia la sconfitta dei fratelli di Lisabetta: uccidendo Lorenzo, hanno ucciso anche lei, e ora devono abbandonare i loro affari in Sicilia per cambiare città. Il simbolo del vaso Un particolare crudo, orrido, raccapricciante è senz altro quello del vaso di basilico in cui Lisabetta seppellisce la testa di Lorenzo. Sempre sulla scorta di un interpretazione psicanalitica, esso rappresenterebbe una sorta di oggetto sostitutivo dell amante defunto; e anche un immagine di una maternità che la donna non ha avuto modo di sperimentare: il vaso come il grembo, la testa come il figlio che Lorenzo non ha fatto in tempo a donarle. Occorre rilevare, tuttavia, che la narrazione non indulge in eccessivi dettagli e che la rappresentazione dell atto cruento è simile a quella delle situazioni analogamente macabre di certe fiabe. Le scelte stilistiche Il lessico del dolore 418 / IL TRECENTO Racconto d amore e di morte, la novella ha un tono più lirico (attento cioè alle risonanze interiori dei personaggi) che drammatico (attento cioè all azione vera e propria). Il testo presenta infatti scelte lessicali tese a sottolineare «una trama silenziosa e segreta, che sottende [ ] alle vicende esterne eventi intimi (Baratto). I fatti esteriori e oggettivi (l agire dei fratelli) hanno una ricaduta tutta soggettiva su Lisabetta: da qui l insistenza sugli accenti accorati espressi pur in assenza, sulla pagina, delle sue parole da questo personaggio attraverso una serie di vocaboli chiave appartenenti al campo semantico del dolore: dolente e trista (r. 41), si doleva (r. 43), piagnea (r. 77) ecc.
Letteratura attiva - volume 1
Dalle origini al Cinquecento