re , della passione amorosa e della presenza di Laura; il presente costituisce il piano della consapevolezza, dell introspezione e del pentimento; il futuro fa balenare la speranza di una possibile ricomposizione dei conflitti che agitano l io del poeta. La soggettività del tempo Da qui deriva la percezione dello scorrere del tempo: non a caso il tema della fugacità delle cose umane è sottolineato dalla ossessiva ricorrenza dei verbi «volare e «fuggire . Come si vede dall invecchiamento e dalla morte di Laura, l eternità delle cose non è che un falso miraggio, poiché l incombente spettro del tempo si incarica prima o poi di mostrare che «quanto piace al mondo è breve sogno (Voi ch ascoltate in rime sparse il suono, v. 14, T4, p. 324). Testi PLUS Rotta è l alta colonna e l verde lauro Quel rosignuol, che sì soave piagne Testo INTERATTIVO Che fai? Che pensi? che pur dietro guardi FISSO I CONCETTI L esperienza del ricordo La vita quindi si manifesta progressivamente come una perdita, una percezione continua di ciò che è stato prima e ora non è più. Il solo schermo che attutisce una siffatta nozione del tempo è costituito dalla memoria, che permette al poeta di aggrapparsi alla sua fragile identità di vivente recuperando gli attimi e i frammenti del passato, fissandoli poi sulla pagina e sottraendoli alla corrosione del tempo grazie alla funzione, quella sì eternante, della scrittura. Già l amato sant Agostino scriveva nelle Confessioni: «Non posso comprendere la natura della mia memoria, mentre senza di quella non potrei nominare neppure me stesso (X, 16, 25). Nessuno, prima e meglio di Petrarca, ha saputo dare forma lirica al dramma dell individuo che riesce a capire sé stesso solo penetrando nel mistero della memoria di tutto ciò che ormai non esiste più. LAURA è una figura idealizzata e simbolica (il suo nome allude all alloro, quindi alla poesia) ha caratteri umani e sensuali il desiderio della gloria poetica e la passione amorosa provocano il conflitto interiore del poeta Una scelta linguistica originale La scelta linguistica operata da Petrarca nel Canzoniere è piuttosto originale, soprattutto se contestualizzata nel momento storico e se paragonata a quella dantesca, teorizzata nel De vulgari eloquentia e concretizzata nella Commedia. La solennità di un volgare modellato sul latino Per Dante il volgare è una scelta netta e decisa, che prevede la creazione di un idioma che sia «illustre , «cardinale , «aulico e «curiale , ma che contemporaneamente sappia spaziare in un amplissimo ventaglio di registri e di scelte lessicali. Per Petrarca, al contrario, il volgare deve tendere a riprodurre la perfezione lessicale e strutturale del latino. La letteratura latina, infatti, ha raggiunto una perfezione che ormai si può soltanto imitare; il volgare, d altro canto, può elevarsi al livello di una lingua letteraria, purché venga sottoposto a un processo di continuo raffinamento. Il monolinguismo di Petrarca contro il plurilinguismo di Dante Coerentemente con il suo progetto di una rappresentazione totale della realtà, Dante aveva utilizzato le 322 / IL TRECENTO
Letteratura attiva - volume 1
Dalle origini al Cinquecento