Le OPERE PRINCIPALI
Rime Sono circa duemila le liriche pubblicate in tre raccolte successive (1567, 1591 e 1593). Il modello petrarchesco è arricchito di elementi originali: toni patetici, metafore sorprendenti, variazione di ritmi e sonorità verbali. Nei componimenti Tasso spazia dalla materia autobiografica e morale ai motivi encomiastici e all’abbandono sensuale. La musicalità dei componimenti affascinerà i poeti barocchi.
Aminta Favola pastorale del 1573 in cui Tasso recupera il modello latino (Virgilio) e quello umanistico (Poliziano), portando in scena gli intrecci amorosi del pastore Aminta e della ninfa Silvia.
Gerusalemme liberata È un poema epico in ottave ambientato durante la prima crociata (1096-1099). Tasso infatti cerca di rielaborare il modello ariostesco nel clima della Controriforma. L’opera, iniziata tra 1570 e il 1575, è frutto di un lungo lavoro di revisione da parte dell’autore, che si conclude nel 1593 con la pubblicazione della Gerusalemme conquistata.
Nell’esercito cristiano, guidato da Goffredo di Buglione, si distinguono Rinaldo e Tancredi, combattuti fra l’amore e il dovere. Le tre donne protagoniste, Armida, Erminia e Clorinda, tutte saracene, incarnano il fascino diabolico femminile; alla fine, però, scelgono di convertirsi alla fede cristiana. Mescolando retorica classica, lirismo sofferto e virtuosismo manierista e con l’introduzione del «meraviglioso cristiano» Tasso scardina i princìpi aristotelici dell’unità dell’azione drammatica e della verosimiglianza inserendo alcuni elementi magici, simbolo dell’irrazionalità che si cela nella Storia. L’ottava di Tasso appare a tratti sostenuta e a tratti patetica, al fine di enfatizzare gli effetti emotivi del testo. La complessità delle scelte sintattiche e retoriche mira ad accrescere la partecipazione emotiva del lettore agli stati d’animo dei personaggi.