Partendo da alcuni stralci di lettere di Petrarca, lo studioso Nuccio Ordine (n. 1958) riflette sulle condizioni necessarie per uno studio capace di segnare profondamente la vita delle persone.
La lettura richiede sempre silenzio e fatica (Nuccio Ordine)
PALESTRA DI SCRITTURA – Verso l’Esame di Stato
In una bellissima e famosa lettera familiare – datata 9 agosto 1352 e indirizzata
a Francesco Nelli, priore della chiesa fiorentina dei Santi Apostoli – Petrarca ci
regala profonde riflessioni sul tema della lettura. Il poeta racconta al suo interlocutore
come sia riuscito a evitare di ricoprire la carica di segretario papale (offerta
5 che già aveva respinto nel 1347). L’invito, infatti, a utilizzare uno stile dimesso
(“Una sola cosa – diceva – era d’ostacolo: il fatto che il mio stile fosse troppo
alto rispetto all’umiltà che esigeva la Curia”), diventa una preziosa occasione per
opporre un netto rifiuto: se “qualcuno mi esortasse a salire più in alto, conosco la
via per elevarmi”, ma “se mi si ordina di discendere da quel basso livello in cui mi
10 trovo, non potrò mai obbedire”. Così Petrarca, nelle pagine finali, dipinge il ritratto
ideale del lettore e del suo pubblico: “Se [chi mi legge] è preoccupato dei suoi
affari, differisca la lettura: quando si avvicinerà ad essa, getti lontano da sé il peso
delle sue faccende e la cura del patrimonio e volga la sua attenzione su ciò che
ha sotto gli occhi”. E se “non gli garbano tali condizioni lasci perdere ciò che non
15 fa per lui; io non voglio che studi nel momento stesso che si occupa d’altra”. La
lettura, insomma, richiede necessariamente attenzione e sforzo (“non voglio che
apprenda senza fatica ciò che non senza fatica io gli ho scritto”). Ricchi o potenti,
non importa: nessuno può sfuggire a questo imperativo (“voglio che un papa o
un re pongano nei miei scritti quella stessa attenzione che pone un qualsiasi altro
20 lettore”). Con poche frasi, Petrarca spazza via quelle pedagogie edonistiche che
hanno sfasciato la scuola e l’università, illudendo gli studenti che il sapere si possa
acquisire per gioco e non con fatica. Un testo, un quadro, un brano musicale
domandano silenzio, concentrazione, dedizione. Solo le “bellezze facili”, quelle che
non lasciano un segno, possono essere consumate nel rumore e nella distrazione.
(Nuccio Ordine, Gli uomini non sono isole. I classici ci aiutano a vivere, La Nave di Teseo, Milano 2018)
COMPRENSIONE E ANALISI
1 Con quale espediente Petrarca riesce a evitare un incarico sgradito?
2 Quale condizione è reputata necessaria dal poeta affinché le sue opere vengano lette correttamente?
3 Lo stato sociale del lettore costituisce, secondo Petrarca, una discriminante decisiva? perché?
4 Le citazioni petrarchesche vengono utilizzate da Nuccio Ordine a sostegno di una propria tesi. Quale?
5 Che cosa intende l’autore quando parla di pedagogie edonistiche che hanno sfasciato la scuola e l’università? Quale giudizio complessivo emerge, da parte dell’autore, in merito all’odierno sistema di istruzione?
6 Perché, a giudizio di Ordine, le “bellezze facili” non producono effetti significativi e duraturi?
PRODUZIONE
Il tema della solitudine emerge spesso nella produzione di Petrarca. Dopo esserti soffermato sul significato che esso assume nel Canzoniere o in altri testi da te studiati, rifletti sulle considerazioni di Nuccio Ordine intorno alla lettura e allo studio. Ritieni anche tu che la crescita intellettuale maturi solo con il silenzio e con la concentrazione? A quali condizioni è possibile dedicarsi proficuamente allo studio in una società, come la nostra, in cui siamo sottoposti a mille sollecitazioni (dai telefoni cellulari alla Rete)? Facendo riferimento alla tua esperienza personale e all’osservazione della realtà che ti circonda, sviluppa la tua tesi in un testo di circa 2 facciate di foglio protocollo.
Letteratura attiva - volume 1
Dalle origini al Cinquecento