Francesco Petrarca

I GRANDI TEMI

1 Tra mondo antico e cristianesimo

Petrarca può essere considerato il primo intellettuale moderno: il primo a proporsi come l’artefice del proprio mito, da trasmettere ai posteri, e a concepire la letteratura come uno specchio delle proprie aspirazioni e debolezze. Non è un caso che l’elemento centrale della sua opera, ma anche della sua esistenza, sia l’analisi dell’io e dei suoi stati d’animo, sempre soggetti a contraddizioni, entusiasmi, dubbi e slanci emotivi.

Figlio di un’epoca di profonde inquietudini, Petrarca sembra riflettere la precarietà di un secolo, il Trecento, segnato da catastrofi e incertezze. L’unica certezza che non lo abbandona mai è l’amore per la classicità e per gli autori che ne hanno incarnato princìpi e ideali: la sapienza antica costituisce ai suoi occhi un’eredità che non smetterà di appartenerci e che pertanto è necessario riacquistare, conoscere e ammirare. Non a caso il compito intellettuale che Petrarca assegna a sé stesso è quello della cosiddetta translatio, cioè il passaggio del sapere della civiltà greca e romana al mondo moderno e in particolare a quello cristiano.


DAI TEMI AI TESTI: T1, p. 305; T3, p. 312; myDbook.it, Alla posterità

2 Una vita in dissidio

L’esigenza di coniugare la visione classica dell’esistenza (e i valori che ne discendono, a partire dalla ricerca della bellezza e dal culto della poesia) e la fede cristiana è all’origine di un tormento interiore destinato a non essere risolto: molte pagine di Petrarca esaminano la sua incapacità di risolvere il dissidio profondo tra vita spirituale e passioni mondane, tra scelta religiosa e gloria letteraria. L’incessante inquietudine si esprime nei lunghi viaggi, nell’autoanalisi, nella capacità di trasporre nei testi – e senza alcuna indulgenza verso sé stesso – questa condizione, senza che il poeta nasconda lo smarrimento di non riuscire a pacificare la propria interiorità.

A tratti egli sa riconoscere i limiti delle proprie aspirazioni fondate su passioni effimere, ma non riesce a imboccare senza incertezze la via della santità. D’altronde la sua interpretazione del messaggio cristiano lo porta a vivere una religiosità interiore, ma nutrita delle esperienze e delle bellezze della vita umana. Si afferma così con Petrarca una visione nuova dell’intellettuale cristiano, che ormai vive per certi versi dentro un orizzonte laico, impegnandosi – non senza inquietudini e ambiguità – nella conoscenza di sé e del proprio ruolo nel mondo reale.

 pagina 303 

DAI TEMI AI TESTI: T1, p. 305; T6, p. 330; T10, p. 345

3 L’amore: sentimento e peccato

Il contrasto tra il richiamo a un’esistenza di mera contemplazione spirituale e la scelta di vivere nel mondo si manifesta pienamente nel complesso rapporto che Petrarca vive con l’amore.

Per il poeta l’amore non rappresenta un’esperienza pacificante; al contrario, è la causa del proprio intimo rovello interiore. La donna amata, Laura, è da un lato rappresentata come una creatura dotata delle più eccelse virtù; dall’altro, è la causa della sua infelicità e disgregazione morale. In tal modo il sentimento che egli prova finisce per essere il suo stesso principale capo d’accusa, la colpa di cui costantemente si rimprovera nel suo incessante e spietato esame di coscienza.

Petrarca infatti riconosce e condanna i propri cedimenti ai fantasmi delle cose terrene, ma tale consapevolezza è destinata a scontrarsi puntualmente con un difetto della volontà che gli impedisce di raggiungere la salvezza dalle passioni carnali e la pienezza di una conversione spirituale.


DAI TEMI AI TESTI: T4, p. 324; T9, p. 339; myDbook.it, La lussuria, questa terribile nemica

Letteratura attiva - volume 1
Letteratura attiva - volume 1
Dalle origini al Cinquecento