Letteratura attiva - volume 2

di subalternità: «Io servo, non ha dubbio, ma non mi posso vergognare della mia servitù, perché servo a un de primi re del mondo , scrive da Parigi, quando si trova alla corte di Maria de Medici e del figlio, il re Luigi XIII. Attraverso una lunga serie di polemiche incendiate ad arte, egli si costruisce l immagine di una personalità eccentrica e sregolata; la sua ricerca di successo non è infatti mai disgiunta dalla profonda conoscenza del suo pubblico di riferimento, quel mondo di gentiluomini e accademici che ammirano le estrose e ardite fantasie dei suoi versi. FISSO I CONCETTI Marino: vuole stupire il pubblico; usa soluzioni formali ingegnose; rifiuta la misura, l armonia e la verosimiglianza. Testo PLUS Bella schiava (La lira) La poetica della meraviglia Successo mondano e ricerca letteraria vanno dunque di pari passo. Marino sa adeguarsi al mutamento di sensibilità avvenuto negli ambienti aristocratici e culturali già alla fine del Cinquecento, in base al quale l esigenza fondamentale della poesia non sta più nella proposta dei contenuti, ma nella dimostrazione di ingegno e abilità formale. Si ritiene, in altri termini, che l intelligenza del lettore vada stimolata non tramite i significati delle opere, ma attraverso la varietà dei temi e delle soluzioni formali. I princìpi estetici della misura, dell armonia e della verosimiglianza propri dell arte rinascimentale sono ritenuti superati: l obiettivo diventa elaborare giochi stravaganti e arguzie sempre più innovative, perché secondo la sua celebre dichiarazione programmatica «è del poeta il fin la meraviglia . Le raccolte di liriche e L Adone A tale visione Marino conforma tutta la sua opera, a partire dalla raccolta intitolata La lira (1614), contenente poesie organizzate in base ai metri e agli argomenti (rime amorose, marittime, boscherecce, eroiche, lugubri, morali e sacre). Al 1619 risale la prima edizione della Galeria, composta da oltre 400 sonetti e madrigali ispirati alle opere dei più apprezzati pittori e scultori del tempo. Del 1620 è invece La sampogna, comprendente 8 idilli favolosi di argomento mitologico e 4 idilli pastorali . L opera maggiore di Marino è il poema mitologico L Adone, composto da 20 canti in ottave di endecasillabi, pubblicato a Parigi nel 1623. La trama è apparentemente semplice: vi si racconta l amore tra Venere e il bellissimo pastore Adone, alla fine ucciso da un cinghiale mossogli contro dalla gelosia di Marte. Il poeta latino Ovidio, nelle Metamorfosi, aveva narrato questa favola in 73 versi; Marino ne scrive più di 40 000, con un infinita moltiplicazione dei materiali narrativi, una miniera di eclettiche fonti evocate, una serie sterminata di digressioni, un elaboratissima successione di quadri montati sull esile filo del mito originario, che vanificano ogni possibile distinzione tra vicenda principale ed episodi secondari. Ne risulta un opera che, come si riprometteva il suo autore, sconcerta il pubblico, disorientato dal superamento del poema epico tradizionale quest ultimo basato in primo luogo sull intrecciarsi e il susseguirsi delle azioni e catturato dal virtuosismo strabiliante di Marino. Lo stile si adatta alle intenzioni: l autore redige una vera e propria enciclopedia di vocaboli, catalogati da un poeta giocoliere che sfoggia metafore e analogie inaspettate, accosta colori e suoni, esibisce la propria perizia nelle ripetizioni e negli elenchi. Jan Davidsz. de Heem, Vaso di fiori, 1655. Lipsia, Museum der bildenden K nste. LA POESIA BAROCCA / 49

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Dal Seicento al primo Ottocento