(vv. 25-30) Le esclamazioni e le domande rendono enfaticamente il dolore del poeta per l assenza dell amata. 25 30 più vago oggetto a contemplar rivolto, che d un tenero cor meglio i sospiri, meglio i trasporti meritar sapea. Oh rimembranze! oh dolci istanti! io dunque, dunque io per sempre v ho perduti, e vivo? E questa è calma di pensier? son questi gli addormentati affetti? Ahi, mi deluse della notte il silenzio, e della muta mesta natura il tenebroso aspetto! Già di nuovo a suonar l aura comincia de miei sospiri, ed in più larga vena già mi ritorna su le ciglia il pianto. 22 più vago rivolto: teso a contempla- re un oggetto più bello di quello ammirato dalla donna (le stelle), cioè teso a contemplare la donna stessa. 23-24 che d un tenero cor meritar sapea: che era più degno di ricevere i sospi- ri e gli slanci (trasporti) di un cuore sensibile (tenero). 26 e vivo?: e tuttavia continuo a vivere? 27 calma di pensier: pace, assenza di turbamento interiore. 28 gli addormentati affetti: i sentimenti che credevo sopiti. deluse: ingannò. 31-32 Già di nuovo sospiri: l aria comincia ormai a risuonare nuovamente dei miei sospiri. 32 in più larga vena: con maggiore abbondanza. PASSO PASSO La suggestione del Werther In questo componimento il poeta rielabora, in modi elegiaci e malinconici, un passo dei Dolori del giovane Werther di Goethe: «Tutto è silenzio intorno a me e la mia anima è tranquilla [ ] io mi affaccio alla finestra e vedo ancora alcune rare stelle in mezzo a nuvole tempestose, che si accavallano e fuggono nei cieli. No, voi non cadrete, o stelle! l Eterno vigila su di voi. Vedo l Orsa, che mi è la più cara delle costellazioni. Di notte, quand io mi partivo da te, la vedevo sempre accennarmi dal cielo . 1. Individua nel testo i passi e le espressioni che sottolineano lo stato d animo inquieto del poeta. 2. Quale elemento naturale corrisponde all inquietudine del poeta? La struttura del componimento Il testo può essere suddiviso in quattro sequenze. Nella notte profonda in cui tutti sembrano assopiti, il protagonista, insonne, balza dal letto e si pone in contemplazione della natura, e in particolare delle stelle che tralucono dalle nubi squarciate dal vento (vv. 1-8). Egli passa poi a 276 / IL SETTECENTO meditare sulla caducità dei corpi celesti, chiedendosi retoricamente se un giorno anch essi periranno (vv. 9-14). Nella terza sequenza (vv. 15-24), la visione dell Orsa Maggiore fa sorgere nel suo animo il ricordo di un altra notte, ben più felice, in cui si era trovato a guardarla seduto accanto alla donna amata. L ultima parte della lirica, infine, è incentrata sui motivi della caduta dell illusione amorosa e del dolore per l assenza della donna (vv. 25-33). 3. Di che cosa è responsabile la notte, secondo l io lirico? 4. Con quale tono sono pronunciati e cosa significano, secondo te, i vv. 27-28: E questa è calma di pensier? son questi / gli addormentati affetti? Lo stile neoclassico Oltre al modello goethiano, il critico Gianfranco Contini ha individuato in questi versi di Monti un richiamo a due passi dell Eneide di Virgilio: «Era notte e in terra il sonno avvolgeva gli esseri viventi (III, 147); «Era notte e i corpi stanchi godevano in terra un placido sonno e le selve e il mare si riposavano (IV, 522-524).
Letteratura attiva - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento