Ricorda...

COME E QUANDO VADO A CAPO? e-ta; pa-e-sag-gio; 2) se una delle due vocali è i tonica (cioè vi cade l accento di parola) o una è tonica e l altra è a, e, o: m -e; bu-g -a; sc -a; pa- -ra (in alcuni casi anche se la seconda vocale è una i o una u, quindi le sequenze iu o ui, come ad esempio in di- r-no, su- -no); 3) nelle composizioni, purché sia ancora ben definito il rapporto tra prefisso e base, del tipo ri-em-pi-re; ri-a-ve-re; ri-u-sa-re (solo in questi composti, lo iato si può produrre anche nell incontro tra u e i). Il capoverso Per quanto riguarda la creazione di capoversi, la domanda che può sorgere è quando sia giusto scegliere di andare a capo . Ebbene, ogni testo che scriviamo ha bisogno di un minimo di pianificazione, dunque di essere guidato da una scaletta, i cui punti possono rappresentare il numero di capoversi del testo medesimo. Questa equazione è possibile se pensiamo a ogni capoverso come a un unità di informazione, riflessione, ragionamento cioè a una serie di frasi imbastite attorno a una stessa idea centrale. RICORDA Studia le regole della divisione in sillabe per andare a capo spezzando una parola. In caso di dubbio, ricorri al dizionario. Il dizionario presenta la divisione in sillabe di tutte le parole: un metodo infallibile per sciogliere le questioni più complesse e scacciare i dubbi. Nei programmi di videoscrittura è possibile impostare la pagina in modo che: si vada sempre a capo a parola conclusa; il programma faccia al posto nostro la divisione in sillabe. Quando scrivi un testo, crea un capoverso per ogni suo blocco che esplora ed esaurisce un idea centrale. Nel testo che segue, per esempio, il primo capoverso illustra una nuova tecnologia sviluppata da ricercatori di un università canadese; il secondo dà la parola a un esperto per individuare in che cosa la nuova tecnologia potrebbe essere utile all uomo: Il Dna come un codice a barre da scannerizzare e identificare. Non è fantascienza, ma la tecnologia sviluppata dai ricercatori guidati dal professor Paul Hebert, dell Università di Guelph in Canada. Allo stesso modo di un lettore per i prodotti del supermercato (che rileva le differenze nelle linee del codice), si tratta di uno scanner in grado di leggere le variazioni genetiche, così da poter identificare le diverse specie. Come scrive il professor Robert Henner in un articolo su The Conversation , lo scanner «può essere utile per rilevare materiale biologico contaminante, insetti e parassiti portatori di malattie nei cibi . Secondo l accademico, questa tecnologia diventerà uno strumento fondamentale per i biologi, ma anche per tutti coloro che hanno la necessità di rilevare la presenza di singoli esemplari di un microrganismo o di un essere vivente. «Lo faremo in modo automatico, senza dover inviare un campione al laboratorio , scrive. Senza dimenticare che non sarà più necessario catturare un esemplare di una specie, ma basterà individuare la presenza di tracce di Dna nell ambiente. «In 150 anni, saremo in grado di monitorare l aria, l acqua e il suolo per comprendere l evoluzione della vita sulla terra , afferma Henner. Marco Tonelli, Ecco lo scanner per il codice a barre della vita, in La Stampa , 6 agosto 2017 31

Quaderno di scrittura
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Antologia primo biennio