T2 - LA FESTA DELL’AMNESIA - Testo argomentativo

T2 T2 La festa dell amnesia Beppe Severgnini, in Corriere della Sera , versione online, 31 ottobre 2001 Testo argomentativo [ Scrivere per argomentare, p. 134] 5 10 15 20 25 30 35 40 Le città italiane sono piene di zucche vuote. Voi direte: non è una novità. Ma queste sono vegetali, colorate, e piacciono ai bambini. L antica festa celtica, creata per scacciare gli spiriti maligni, è confluita nella tradizione cristiana (All Hallows Eve, vigilia di Ognissanti): gli irlandesi se la sono portata negli Stati Uniti alla fine dell Ottocento. Halloween, in sostanza, ha fatto lo stesso giro dell hamburger. Nata in Europa, è tornata in Europa passando dall America. Ma quest anno c è una novità. Il 31 ottobre in America e in Europa arriva cinquanta giorni dopo l 11 settembre. Questo ci costringe a pensare: che non è mai un attività inutile. Halloween, al di là delle origini, è infatti una festa made in USA. Trick or treat (scherzetto o dolcetto) è la parola d ordine che segna l inizio dell inverno americano. A questo punto, dobbiamo decidere. Innanzitutto: ci importa sapere come reagirà l America? Angosciata da incubi veri, quest anno avrà voglia di trastullarsi con gli spettri per gioco? Per la risposta dobbiamo attendere qualche ora, ma non stupiamoci se sarà tutto come prima: anzi, più di prima. La festa di Halloween è nata infatti per esorcizzare, come i riti funebri sono fatti per consolare. E l America, oggi, ha bisogno di rassicurazione. Ha voglia di essere cullata nelle proprie abitudini. Avranno un Natale anticipato, negli Stati Uniti, e un Halloween comunitario e solidale. La seconda domanda è più insidiosa. Come dobbiamo accogliere la festa, da questa parte dell oceano? Come un altra forma di imposizione imperiale? La risposta è no, per due motivi. Halloween, per cominciare, in Italia non ha mai sfondato: è scivolato, invece, dentro il vuoto che abbiamo lasciato. Ha sfruttato, in altre parole, la stanchezza delle nostre tradizioni (quanti visitano ancora i cimiteri, nei giorni dei defunti?). Lo abbiamo scritto qui un anno fa: le consuetudini altrui si impongono quando le nostre sono fragili. Il cardinale Martini, arcivescovo di Milano, ha detto bene: «Se la memoria delle radici del passato si fa debole, ciascuno si sente un po più solo . E magari aggiungiamo si consola con Halloween. Non possiamo prendercela con la festa d importazione, che è solo una conseguenza della nostra amnesia. Halloween non è nemmeno l ennesimo capriccio dell imperatore. una forma di globalizzazione, certo. Ma la globalizzazione non è necessariamente cattiva, e soprattutto non è sempre americana. Restiamo ai bambini, e alle loro passioni autoritarie. I travestimenti e le zucche di Halloween, abbiamo visto, derivano da un antica festa celtica. Harry Potter piccolo mago internazionale, occhialuto e impavido è inglese come la sterlina. I capricciosi Pokémon sono giapponesi. Ercole è greco. Biancaneve è tedesca. Babbo Natale, scandinavo. Gesù Bambino, indiscutibilmente, ebreo. Trascorse le feste di fine d anno, e arrivata la Befana (vecchietta italiana), sarà tempo di Carnevale. Ricordatevi di osservare le maschere più popolari: Arlecchino è veneziano, i Tre Moschettieri francesi, Toro Seduto pellerossa, Zorro messicano. Guardate archi e frecce, penne e spade, asce e cappelli: probabilmente sono made in China. Prendano nota, i protezionisti culturali. Non ci sono solo le multinazionali ameri211

Quaderno di scrittura
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Antologia primo biennio