La luce del futuro - volume C

Omero Analitici e unitari La cosiddetta questione omerica divampò soprattutto in epoca moderna, quando il filosofo italiano Giambattista Vico (1668-1744) propose di considerare l Iliade e l Odissea come espressione dello spirito poetico dell intera civiltà greca, più che il frutto della fantasia di un singolo autore. La sua intuizione si sarebbe rivelata per molti aspetti geniale e anticipatrice degli sviluppi futuri del dibattito, che si scatenò con maggiore veemenza alla fine del Settecento, alimentato da una crescente attenzione filologica. Nel saggio Prolegomena ad Homerum (Prefazione a Omero), pubblicato nel 1795, il tedesco Friedrich August Wolf (1759-1824) indicava all origine dei poemi omerici una serie di canti separati, risalenti a epoche e autori diversi, concepiti prima dell introduzione della scrittura. Omero, pertanto, sarebbe stato solo il più famoso tra una moltitudine di autori che avevano composto e recitato canti epici incentrati su due temi principali: l ira di Achille e il ritorno in patria di Odisseo. Wolf inaugurava in tal modo la teoria analitica, che riscosse molto consenso nell Ottocento, anche perché attraverso una scomposizione dei poemi nei loro presunti elementi costitutivi spiegava le ripetizioni e le incongruenze visibili nel testo (per esempio, la presenza di personaggi, come Sarpedone nell Iliade, che muoiono due volte). Un altro studioso tedesco, Karl Lachmann (1793-1851), sulla base del medesimo approccio critico, individuò nell Iliade sedici o diciotto canti singoli che poi sarebbero stati fusi in una sola opera. Il materiale poetico era visto così come il frutto di una lunga tradizione di canti, al termine della quale alcuni compilatori avevano dato una forma divenuta con il tempo definitiva. Al fianco delle tesi analitiche che ponevano in risalto le straErnest Wallcousins, Omero recita tificazioni del testo e le incoerenze, ma non rendevano giustizia l Iliade nelle strade di Atene, 1910 ca. Un omaggio a Omero «Se Omero è un dio, che lo si onori tra gli dèi; se non è un dio, che sia considerato tale : questa scritta, in greco, compare nel dipinto che il pittore neoclassico francese Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867) dedica alla gloria del poeta (il dipinto è ispirato al Parnaso di Raffaello, che figura tra i personaggi ritratti). Omero è accompagnato dalle personificazioni dell Iliade e dell Odissea, che siedono ai suoi piedi; alla sua incoronazione come divinità, davanti al tempio a lui dedicato, assistono poeti e artisti di tutti i tempi. Jean-Auguste-Dominique Ingres, Apoteosi di Omero, 1827. 96

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Epica