La luce del futuro - volume C

Il mito greco e romano 200 205 210 215 220 225 230 235 appoggiato al bastone, coi piedi contratti giunse fino alla porta, tastando i muri, e camminando le membra tremavano di fragilità e di vecchiaia: il corpo era secco, e duro di sudiciume, e la pelle teneva insieme soltanto le ossa. Uscito di casa, piegò le ginocchia sfinite e sedette sulla soglia dell atrio; l avvolse una scura vertigine e gli parve che la terra girasse intorno a lui dal profondo; senza parole cadde in un torpore spossato. Come lo videro, gli eroi gli si raccolsero intorno stupiti, ed egli, traendo a fatica il respiro dal profondo del petto, disse parole profetiche: «Ascoltatemi, voi che siete i più prodi di tutta la Grecia, se siete davvero quelli che per un duro comando regale, sulla nave Argo, Giasone porta al vello d oro. Ma certo lo siete; ancora la mia mente conosce tutte le cose per scienza divina: ti ringrazio, signore, figlio di Leto, pure in mezzo ai miei dolorosi travagli. In nome di Zeus protettore dei supplici, e punitore implacabile dei malvagi, in nome di Febo, in nome di Era stessa, che più di tutti gli dèi ha cura del vostro viaggio, vi supplico, datemi aiuto, salvate dalla rovina un uomo infelice, e non partite lasciandomi abbandonato così come sono. Non soltanto l Erinni mi ha calpestato gli occhi ma a questi mali si aggiunge un altro male più amaro. Le Arpie mi rapiscono il cibo di bocca piombando da non so dove, da qualche nido funesto, e non ho modo di difendermi. Più facilmente quando ho voglia di cibo, potrei celarlo a me stesso che a quelle, tanto veloci attraversano l aria. Se talvolta per caso mi lasciano un poco di cibo, manda un odore tremendo, che non si può sopportare. Nessuno degli uomini potrebbe mai avvicinarsi, neppure un momento, neppure se avesse il cuore di acciaio. Ma la necessità mi costringe, amara, insaziabile, a restare, e non solo, a mettere nel mio maledetto ventre quel cibo. La profezia divina dice che le cacceranno i figli di Borea, e non mi sono estranei i miei salvatori, se è vero che io sono Fineo, un tempo famoso tra gli uomini per la ricchezza e per l arte profetica, e mio padre fu Agenore, 200. sudiciume: sporcizia. 205. torpore: sonno. 209. prodi: coraggiosi. 216. Febo: Apollo. Era stessa: Era (Giunone nel mondo romano), moglie di Zeus. 220. l Erinni: le Erinni, divinità che rappresentano le personificazioni femminili della vendetta, soprattutto nei confronti di chi col- pisce familiari e consanguinei. 234. i figli di Borea: i figli del vento del Nord (Borea), i gemelli Calaide e Zete, dotati di ali e destinati a vincere le Arpie. 91

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Epica