La luce del futuro - volume C

Alle origini dell epica 75 80 85 90 95 100 105 UNIT 3 o, se questo è troppo, aprirti perché potessimo baciarci? Non siamo degli ingrati: sappiamo di doverti già molto, se a orecchie amiche permetti che giungano le nostre voci . Pronunciate invano, l uno dall altra divisi, queste parole, a notte si salutarono e ognuno alla sua parte di muro impresse baci senza speranza che s incontrassero. L aurora seguente aveva rimosso i fuochi della notte, il sole sciolto coi suoi raggi la brina nei prati e loro si ritrovarono in quel luogo. Con lieve bisbiglio allora, dopo essersi a lungo lamentati, decisero di eludere i custodi, di tentare la fuga nel silenzio della notte e, una volta fuori casa, lasciare la stessa città; ma per non smarrirsi, vagando in aperta campagna, stabilirono d incontrarsi al sepolcro di Nino e di nascondersi al buio sotto un albero: quello che imbiancato di bacche lì si trovava, un alto gelso appunto, vicino a una gelida sorgente. Questo l accordo; e la luce, che sembrava non volersene andare, calò a un tratto nel mare e da quel mare si levò la notte. Di soppiatto aprendo la porta, Tisbe uscì, senza farsi sentire dai suoi, nelle tenebre e, col volto velato, giunta al sepolcro, sedette sotto l albero convenuto: audace la rendeva amore. Quand ecco che, con le fauci schiumanti sangue per la strage di un armento, venne a spegnere la sete sua nella fonte accanto una leonessa. Di lontano ai raggi della luna la vide Tisbe e con le gambe tremanti corse a rifugiarsi in un antro oscuro, ma nel fuggire lasciò cadere per l ansia il velo dalle spalle. La belva feroce, placata a furia d acqua la sua sete, mentre tornava nel bosco, trovò per caso abbandonato a terra quel velo delicato e lo stracciò con le fauci sporche di sangue. Uscito più tardi, Pìramo scorse in mezzo all alta polvere le orme inconfondibili di una belva e terreo si fece in volto. Quando poi trovò la veste macchiata di sangue: «Una, una sola notte , gridò, «manderà a morte due innamorati. Di noi era lei la più degna di vivere a lungo; 83. con lieve bisbiglio: con un mormorio appena percepibile. 84-85. eludere i custodi: sfuggire ai custodi. 88. al sepolcro di Nino: alla tomba di Nino, leggendario re assiro, marito di Semiramide. 89. imbiancato di bacche: reso bianco dai frutti. 90. gelso: pianta della famiglia delle moracee, 80 della quale sono note due specie, il gelso bianco e il gelso nero. Più comune è il nome del frutto, la mora. La prima specie è usata soprattutto nell allevamento del baco da seta; il gelso nero, invece, è apprezzato per il frutto dolce e acidulo. 95. sotto l albero convenuto: sotto l albero stabilito. 96-97. con le fauci armento: con la bocca sporca di sangue a causa della recente uccisione di un gregge o di una mandria di animali. 100. in un antro oscuro: in una grotta poco illuminata. 106. terreo: pallido.

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Epica