3. IL MITO GRECO E ROMANO

Il mito greco e romano Esiodo, Il mito di Pandora, p. 62 T2 Apollonio Rodio, Le donne di Lemno, p. 68 T3 Ovidio, Narciso, p. 73 T4 Ovidio, Piramo e Tisbe, p. 79 T5 Ovidio, Dedalo e Icaro, p. 86 T6 Apollonio Rodio, Gli Argonauti e le Arpie, p. 90 om c T1 ze ALLE ORIGINI DELL EPICA en unità 3 pet 1. IL SIGNIFICATO E LA BELLEZZA DEI MITI 56 Le domande degli antichi Alla ricca eredità che l antichità greca e romana ha trasmesso alla civiltà europea appartiene quel bacino inesauribile di storie, popolate da dèi, eroi, uomini comuni, fenomeni naturali e prodigiosi, che in greco sono chiamate miti (da mythos, termine che vuol dire proprio discorso , racconto ). Tramandati oralmente per generazioni, tali racconti davano conto della molteplicità di fenomeni su cui l uomo non ha mai smesso di interrogarsi, in fin dei conti, fino a oggi: la nascita dell universo, le cause della pioggia, della siccità, dei terremoti, di ogni evento in cui si manifestano il mistero e l incanto della natura, la fondazione delle città e la storia delle fasi più antiche dell umanità. Un linguaggio simbolico Questa originaria funzione conoscitiva fa del mito il primo grandioso tentativo di razionalizzazione del mondo. Raccontare la storia delle cose, infatti, significa riflettere sulla loro origine e funzione, e quindi cercare di interpretare la realtà, anche se con un linguaggio fantasioso. La mitologia classica risponde in modo ancora ingenuo e poetico alle grandi domande che avrebbero determinato la nascita della filosofia in Grecia: quest ultima però percorre le strade più rigorose della ragione (in greco logos), mentre il mito si inscrive nella dimensione simbolica e poetica, che gli conferisce una bellezza arcaica e intramontabile. I miti greci ci presentano, dunque, una visione ingenua e incantata

La luce del futuro - volume C
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Epica