La luce del futuro - volume C

Eneide 935 940 945 950 infelice ti tocchi, prego anche tu avesti un padre, Anchise , pietà della vecchiaia di Dauno, e rendi me, o se vuoi le membra prive di vita, ai miei. Hai vinto e gli Ausoni mi videro sconfitto tendere le mani; ora Lavinia è tua sposa; non procedere oltre con gli odii . Ristette fiero nell armi Enea, volgendo gli occhi, e trattenne la destra; sempre di più il discorso cominciava a piegarlo e a farlo esitare: quando al sommo della spalla apparve l infausto balteo e rifulsero le cinghie delle note borchie del giovane Pallante, che Turno aveva vinto e abbattuto con una ferita, e portava sulle spalle il trofeo del nemico. Egli, fissato con gli occhi il ricordo del crudele dolore, e la preda, arso dalla furia, e terribile nell ira: «Tu, vestito delle spoglie dei miei, vorresti sfuggirmi? Pallante con questa ferita, Pallante t immola, e si vendica sul sangue scellerato . Dicendo così, gli affonda furioso il ferro in pieno petto; a quello le membra si sciolgono nel gelo, e la vita con un gemito fugge sdegnosa tra le ombre. Publio Virgilio Marone, Eneide, libro XII, vv. 887-952, trad. di L. Canali, Mondadori, Milano 2014 934. Dauno: padre di Turno. 936. gli Ausoni: gli Italici. 942. l infausto balteo: la cintura con le piastre (borchie) d oro appartenuta a Pallante, figlio di Evandro, ucciso da Turno. 945. il ricordo del crudele dolore: la visione della cintura suscita in Enea il ricordo del dolore causato dalla morte del giovane Pallante. 947. dei miei: di un mio alleato. 949. Pallante scellerato: Pallante ti sa- crifica e si vendica versando il tuo sangue empio. 951. nel gelo: nel freddo della morte. Enea sconfigge Turno, figurina pubblicitaria del 1930. 381

La luce del futuro - volume C
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Epica