La luce del futuro - volume C

Eneide 15 20 25 30 35 come si porge nel volto, che forza nel petto e negli omeri! Credo davvero, e non sbaglio, che sia di una stirpe divina. Animi ignobili accusa il timore. E lui, ah, da quali fati è stato vessato! Che guerre affrontate cantava! Se non avessi nell animo salda e incrollabile scelta di non congiungermi più con patto di nozze ad alcuno, dopo che il mio primo amore, morendo, mi illuse e deluse; se non avessi ormai in odio le stanze e le torce nuziali forse a quest unica colpa avrei potuto soccombere. Lo confesso, Anna, infatti, dal fato del misero sposo mio Sichèo, e dalla strage fraterna che asperse i Penàti, lui solo i sensi ha piegato, e ha colpito, sì che ora vacilla, l animo. Riconosco l antica fiamma e i suoi segni. Ma preferisco mi si apra profonda, piuttosto, la terra o il padre onnipotente mi scagli col fulmine alle ombre, pallide ombre nell rebo, e ad una notte d abisso, prima che te, Pudore, io vìoli, o i tuoi vincoli sciolga. Quello, colui che per primo a sé mi congiunse, i miei amori si è rapito: lui li abbia con sé, e nel sepolcro li serbi! Detto che ebbe, affiorate le lacrime, ne riempì il seno. Anna risponde: «O alla tua sorella più cara del sole, sola e dolente ti logorerai, tutta la giovinezza, senza conoscere né dolci figli né i premi di Venere? Credi che importi di questo alle ceneri o ai Mani sepolti? E sia: nessun pretendente, affranta, ti ha mai piegato, né in Libia, né prima a Tiro; Iarba hai respinto, e anche gli altri condottieri che l Africa, terra di molti trionfi, nutre: ma muoverai guerra perfino a un amore gradito? Né ti ritorna alla mente nei campi di chi hai posato sede? 13. Animi il timore: il fatto di avere paura rivela (accusa) gli animi vili. 14. vessato: tormentato. 17. dopo che deluse: dopo che il mio primo amore, Sicheo, morendo deluse me che invece nutrivo speranze di una vita felice. 19. a quest unica colpa: Didone avverte come una colpa un nuovo innamoramento, che tradirebbe la fedeltà giurata al defunto marito. Riconosce però che avrebbe potuto cedere solo a Enea. 21. dalla strage i Penàti: dal momento della strage compiuta dal fratello, Pigmalione, che uccise Sicheo per impossessarsi del suo oro e versò sangue sui Penati, gli dèi tutelari della famiglia. 22. lui solo: lui soltanto, nessun altro uomo. 23. Riconosco segni: verso tra i più famosi del poema (adgnosco veteris vestigia flammae), diventato un espressione proverbiale per indicare il rinnovamento del sentimento d amore. 25. il padre onnipotente: Giove. 26. rebo: divinità ancestrale, figlia del Caos, qui indicante gli Inferi. 27. Pudore: divinità che rappresenta la personificazione del concetto di vergogna, ma poteva essere venerata solo da donne che avessero avuto un solo marito. La parola in latino indica sia l atteggiamento di pia devozione nei confronti della memoria del defunto marito sia il naturale riserbo che trattiene una persona innamorata dal manifestare apertamente i propri sentimenti. 28. Quello: Sicheo. 33. i premi di Venere: i piaceri d amore. 34. Credi ai Mani sepolti?: credi che questo interessi alle anime dei defunti (i Mani)? 35. nessun piegato: nessun pretendente ti ha mai piegato costringendoti a un nuovo matrimonio. 36. Tiro: città della Fenicia, di cui Didone era originaria. Iarba: re africano dei Getuli, figlio di Giove Ammone e della ninfa Garamantide, aveva concesso a Didone la terra su cui fondò Cartagine. Quando però l'aveva chiesta in sposa, era stato respinto. 39. Né ti ritorna sede?: non ti ricordi dove hai posto la nuova sede? Per convincere Didone a lasciarsi andare ai suoi sentimenti d amore, Anna ricorre anche ad argomentazioni pratiche: per questo le chiede di pensare ai pericoli che potrebbero sopraggiungere qualora Iarba, da lei respinto, decidesse di muoverle guerra. Se si unisse a Enea e al suo popolo, potrebbe contare sul loro aiuto in un eventuale scontro. 345

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Epica