T10 VERSO LE COMPETENZE - Elena e Paride (libro III, vv.

ze LETTURA c om en T10 Audio pet Elena e Paride TRATTO DA Iliade, libro III, vv. 421-447 Vincenzo de Rossi, Elena e Paride, 1558. Nel libro III del poema si svolge il duello tra Paride e Menelao, che dovrebbe decidere le sorti del conflitto: i due rivali si misurano per la prima volta in uno scontro. Menelao sembra avere la meglio, al punto che arriva a trascinare il nemico sul terreno, quando Afrodite interviene in favore di Paride, lo libera dalla presa, lo avvolge in una nebbia fitta e lo conduce al palazzo. La dea, poi, appare a Elena nelle sembianze di una vecchia filatrice e la avverte che Paride è in salvo nella stanza nuziale. 425 430 435 440 Quando giunsero alla casa bellissima di Alessandro, subito allora le ancelle tornarono ai loro lavori, e lei, la divina tra le donne, entrò nella stanza dall alto soffitto. Per lei Afrodite che ama il sorriso prese un sedile, e lo spostò la dea per poggiarlo proprio di fronte a Paride: Elena, figlia di Zeus portatore dell egida, vi si mise a sedere, distogliendo altrove lo sguardo, e rimbrottò lo sposo con queste parole: «Sei dunque tornato dalla battaglia: vi fossi invece caduto, vinto da quel valoroso che fu il mio primo marito! E sì che ti vantavi in passato, rispetto a Menelao bellicoso, d essere a lui superiore di forza e di mani e di lancia; e allora va , adesso sfida Menelao bellicoso a battervi di nuovo faccia a faccia; ma io ti consiglio di lasciar perdere invece, di non fare col biondo Menelao guerra frontale, di non battagliare con lui da imprudente, che tu non sia presto abbattuto da lui con la lancia . Paride a sua volta le rispondeva con queste parole: «Non stare, donna, a tormentarmi l anima con offese umilianti: stavolta ha vinto Menelao con l aiuto di Atena, sarò io un altra volta a vincere lui; anche al nostro fianco ci sono dèi. Ma su, piuttosto mettiamoci a letto e godiamo l amore: 421. giunsero: i soggetti sono Elena e Afrodite. Alessandro: altro nome di Paride. Durante la gravidanza Ecuba aveva sognato di generare una fiaccola che appiccava il fuoco al palazzo reale. Per scongiurare il pericolo prospettato dalla visione notturna, aveva abbandonato Paride, ancora neonato, sul monte Ida; qui il piccolo era stato allattato da un orsa, poi raccolto e allevato da alcuni pastori e chiamato Alessandro. Solo da adulto Paride era stato riconosciuto dalla sua vera famiglia. 181

La luce del futuro - volume C
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Epica