MITO e civiltà - Il lutto e le lacrime degli eroi

Omero UNIT 1 PARLARE E SCRIVERE BENE 13. Lessico. Il termine brama (v. 507 e v. 514), desiderio , è formato dal verbo bramare, derivato dal germanico brammon, urlare , muggire , ruggire , nel senso di urlare dal desiderio, in riferimento agli animali in calore. Il verbo condivide, infatti, la stessa radice di bramire, indicante il verso del cervo. Scrivi cinque frasi usando il verbo bramare o il sostantivo brama. 14. Sinonimi. Associa il sinonimo corretto a ciascuno dei seguenti termini. a) polito 1) bianco b) feretro 2) levigato c) araldo 3) bara d) canuto 4) messaggero 15. I complementi. Nel v. 605, Questi li uccise Apollo con l arco d argento, qual è il complemento oggetto? Cogli un errore nella formulazione della domanda? SCRIVERE PER 16. MODIFICARE LA STORIA Riscrivi l episodio dell incontro tra Priamo e Achille abbandonando il punto di vista del narratore onnisciente e assumendo quello di: a) un narratore esterno con focalizzazione interna su Achille (massimo 10 righe); b) un narratore interno protagonista, in questo caso Priamo (massimo 10 righe). DISCUTIAMONE Le lacrime versate insieme dal vecchio Priamo e dallo spietato Achille ci conducono in un mondo in cui l espressione delle emozioni avveniva secondo modalità molto diverse dalle nostre. Come viene concepito il pianto nella nostra società? Perché è considerato disdicevole in un uomo? Discuti con i compagni sul valore che il pianto assume nell espressione e nello sfogo del dolore. MITO e civiltà Il lutto e le lacrime degli eroi Il mito dell inconsolabile Niobe dimostra il grande valore che avevano il pianto e lo sfogo del dolore nel mondo greco. A differenza delle società moderne, il pianto nell antichità non era considerato segno di debolezza, ma era anzi una manifestazione autentica e necessaria di contrizione. Gli eroi omerici piangono spesso e in un modo particolarmente intenso: si rotolano a terra, si strappano i capelli, versano fiumi di lacrime. Come spiega la studiosa Eva Cantarella (n. 1936), gli eroi non piangono «solo per vicende private e in privato: piangono in pubblico, davanti all intera popolazione, nel corso delle riunioni dell assemblea. Agamennone si alza per parlare all esercito panacheo1 versando pianto come una fonte acqua bruna, / che versa l acqua scura da una rupe scoscesa (Il. IX, 14-15). Piange a dirotto il capo supremo degli Achei, creando qualche imbarazzo nei traduttori e nei commentatori. Nel tentativo di salvare l onore eroico, nel 1715, Alexander Pope2, traducendo l Iliade, commentava che non c è debolezza negli eroi che piangono. [ ] Le sue (parla di Achille) sono lacrime di rabbia e di sdegno . La virilità degli eroi è salva: la rabbia è indiscutibilmente virtù eroica 1. panacheo: di tutti gli Achei. 2. Alexander Pope: poeta inglese (1688-1744). 180 (E. Cantarella, Itaca. Eroi, donne, potere tra vendetta e diritto, Feltrinelli, Milano 2013). Le pagine omeriche relative alla restituzione del corpo di Ettore e ai suoi funerali sono preziose anche per la conoscenza delle usanze funebri nel mondo greco. L antropologia ha indagato alcune costanti dei riti che seguono alla scomparsa di un membro di una comunità: in genere, dopo la celebrazione delle esequie, è importante l osservanza di un periodo di penitenza e sobrietà, che può essere anche molto lungo. Nel mondo omerico, in onore di un eroe defunto vengono spesso celebrati giochi funebri, che comprendono varie specialità, come la corsa, il pugilato, il tiro con l arco. Il ricordo non si limita a questo: Achille, per esempio, promette a Patroclo morto una parte del riscatto ottenuto da Priamo, probabilmente per seppellirla con lui o per offrirla in sacrificio alla memoria dell amico. Constant Permeke, Niobe, 1951.

La luce del futuro - volume C
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Epica