La luce del futuro - volume C

Iliade 225 230 235 Anche per ciò nella pugna le lancie evitiam l un dell altro. Molti a me restano sempre Troiani e valenti alleati da sterminare, se un Dio me li offre, se al corso li aggiungo: restano molti Achivi per te, se ad ucciderli vali. Su via, dunque, tu ed io scambiamoci l arme: ché tutti veggano quale ci stringe dagli avi legame ospitale . Dette queste parole, balzati dai cocchi giù a terra, strinser la mano l uno dell altro, scambiaron la fede. Ed il Cronìde Giove del senno qui Glauco fe privo, che col figliuol di Tidèo scambiò l armi sue: queste d oro, quelle di bronzo; e die cento giovenchi per nove giovenchi. Omero, Iliade, libro VI, vv. 118-235, trad. di E. Romagnoli, Zanichelli, Bologna 1924 227. se ... aggiungo: se li raggiungo nella corsa. 228. se ad ucciderli vali: se riesci a ucciderli. 229-230. ché tutti veggano: in modo che tutti vedano. 231. cocchi: carri. 232. scambiaron la fede: manifestarono reciprocamente la propria fiducia. 233. il Cronìde fe privo: Zeus, figlio di Crono, privò Glauco del senno perché accettò uno scambio per lui svantaggioso: armi di bronzo in cambio di armi d oro. SPECCHI di CARTA La guerra disabitua all umanità, ma talvolta sa regalare scene come questa, in cui due guerrieri, il greco Diomede, tra i più valorosi a Troia, e il licio Glauco, schierato con i Troiani, scoprono che le rispettive famiglie sono legate da antichi rapporti di ospitalità. Incontrare volti noti in luoghi impensati o scoprire legami di antica parentela o amicizia con persone da cui ci dividono circostanze sfavorevoli (competizione lavorativa, liti ecc.) è motivo di una piacevole sorpresa, oggi come sul campo di battaglia dell Iliade. La ritualità e la dignità con cui Diomede e Glauco ricordano le rispettive vicende familiari sono un bell esempio di cultura, educazione e civiltà in mezzo alla violenza degli scontri. Neanche la guerra di Troia, infatti, potrà spingerli a combattere: la storia individuale e familiare, per una volta, ha la meglio sulla Storia con la s maiuscola, quella che ignora le persone nella loro dimensione privata e obbedisce agli interessi superiori delle forze politiche, militari ed economiche. Rispetto all assurdità della guerra e alla precarietà della vita umana, Omero indica così nella me- moria (degli antenati, delle loro gesta e delle nostre) l unica risorsa per conservare gli affetti, e con essi un significato al nostro essere uomini. 135

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Epica