3. DALLA TRAGEDIA LATINA A QUELLA MODERNA

TEATRO I generi UNIT 1 apparire più alti e degni quindi di interpretare eroi e divinità, nonché più visibili agli spettatori lontani. „ Ogni episodio è diviso dall altro dallo stàsimo, il canto del coro, eseguito con accompagnamento della danza e del suono della lira e del flauto. „ Conclude la tragedia l èsodo, il canto eseguito dal coro alla sua uscita dall orchestra. I contenuti Nel V secolo la tragedia mantiene ancora il carattere sacro delle origini. Molte opere, infatti, affrontano argomenti tratti dalla mitologia; anche i personaggi sono per lo più eroi, dèi o figure illustri, appartenenti a famiglie nobili. Un destino immutabile li conduce al sacrificio e alla morte violenta: dolori, disgrazie e la catastrofe finale (così viene definito lo scioglimento tragico della vicenda) che li attendono vengono vissuti dagli spettatori con partecipazione; non a caso, la messinscena tende a sottolineare la verosimiglianza dei fatti rappresentati. A questo fine, la tragedia greca rispetta le cosiddette unità di luogo, tempo e azione successivamente codificate da Aristotele: i drammi si svolgono infatti in un solo luogo, nell arco di poche ore e al massimo di una giornata, sviluppando un unica azione e tralasciando dunque trame e vicende parallele. Gli autori principali Gli autori più importanti della tragedia greca sono Eschilo, Sofocle ed Euripide. Eschilo (525 ca.-456 a.C.) si impegna in particolare nella scrittura di trilogie: una serie di tre tragedie connesse tra loro, aventi per oggetto lo stesso tema mitologico, rappresentato in tre diverse fasi temporali. L unica trilogia che ci è pervenuta, l Orestea, è dedicata alle sventure della famiglia di Agamennone, re greco che partecipò alla guerra di Troia. Sofocle (497 ca.-406 a.C.) abbandona invece la trilogia ad argomento unitario, preferendo dare a ciascuno dei tre drammi una consistenza narrativa autonoma. Le sue tragedie, tra cui Antigone ( T1, p. 466), Edipo re ed Elettra, presentano caratteri più realisticamente connotati rispetto a quelli di Eschilo e si focalizzano su azioni e passioni di un singolo personaggio che si scontra con la potenza e l avversità del fato. Euripide (480-406 a.C.) promuove uno straordinario rinnovamento del genere. Nelle sue opere, la materia mitologica è trattata con molta libertà e gli intrecci risultano decisamente articolati rispetto a quelli dei suoi predecessori: i suoi eroi non sono più mossi da valori universali, ma esibiscono una psicologia più fragile e complessa. In particolare, Euripide dà risalto ai personaggi femminili, dotati di sensibilità modernissima, a cui spesso dedica le sue tragedie, come per esempio Medea ed Elettra. 3. DALLA TRAGEDIA LATINA A QUELLA MODERNA Le novità di Seneca 464 Conclusa l età dell oro, che coincide con il V secolo a.C., il genere tragico viene trapiantato a Roma: il suo massimo interprete è Seneca (4 a.C.-65 d.C.), che accentua il lato appassionato e sanguinario delle vicende, portando al centro dell attenzione la riflessione sul carattere brutale del potere attraverso la figura ricor-

La luce del futuro - volume B
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Poesia e teatro