Il copione

TEATRO Le tecniche UNIT 1 na. In secondo luogo, essi comunicano grazie alla mimica facciale, che consiste nella modificazione delle espressioni del volto, usate per rendere il carattere dei personaggi o per sottolineare particolari stati psicologici. In terzo luogo, gli attori mettono in atto una speciale e articolata gestualità, che accompagna ed enfatizza la recitazione, e che assume scopi e significati autonomi (indicare un oggetto, mimare uno svenimento, sparare con una pistola immaginaria, esprimere senza parole passione amorosa o disperazione). Infine, la recitazione implica l uso del linguaggio verbale: gli attori seguono fedelmente il testo drammatico oppure improvvisano utilizzando le parole o il canto per interagire con gli altri personaggi e con il pubblico. IL COPIONE Il testo drammatico non viene messo in scena così come è stato composto dall autore. Infatti, quando una compagnia teatrale si accinge ad allestire uno spettacolo, agli attori, al suggeritore, allo scenografo e agli altri elementi della compagnia viene distribuito un copione. Questo consiste in una riproduzione del testo drammatico, a cui il regista ha apportato delle modifiche con lo scopo di fornire una particolare interpretazione dell opera o con quello di adattare il testo originale al contesto storico-culturale in cui avviene la messa in scena. Durante le prove che precedono la rappresentazione, inoltre, ciascun attore può modificare la propria parte, cioè l insieme delle parole e dei gesti del suo personaggio, per particolari esigenze di scena, o per renderla più consona alle proprie capacità di recitazione. Rispetto al testo narrativo, in quello teatrale di solito manca la figura del narratore: l intero sviluppo della vicenda è determinato dagli attori, i quali danno parola e movimento al personaggio che interpretano, che può essere un protagonista, un antagonista o una semplice comparsa. „ Gli atti e le scene Il testo drammatico è solitamente suddiviso in atti, che danno ordine allo svolgimento della storia, in modo non troppo dissimile da ciò che fanno i diversi capitoli nella struttura di un romanzo. Il loro numero è variabile fino a un massimo di cinque: esistono tuttavia testi particolarmente brevi, corrispondenti a un solo atto (atto unico). Nel teatro di oggi capita frequentemente che tra un atto e l altro muti l ambientazione: la chiusura del sipario può determinare il cambiamento del luogo in cui matura la vicenda, un salto temporale o lo sviluppo di un azione parallela diversa da quella principale. Un tempo non era così, dal momento che vigevano regole più stringenti, le cosiddette unità aristoteliche, poiché tradizionalmente attribuite al filosofo greco Aristotele, fissate per rendere più verosimile la messa in scena. Tali regole prescrivevano che la vicenda narrata nelle opere teatrali dovesse presentare: 446

La luce del futuro - volume B
La luce del futuro - volume B
Poesia e teatro